motto
mòtto s. m. [lat. *mottum, in glosse muttum, affine a mutire o muttire «parlare in tono basso, mormorare» (cfr. anche il fr. mot «parola», che ha lo stesso etimo)]. – 1. a. Breve frase di tono generalm. arguto e spiritoso, o anche pungente e allusivo: Ora si va con motti e con iscede A predicare (Dante); Giungevano le risa, i m. brevi Dei giocatori, da quell’altra stanza (Gozzano). M. di spirito, battuta particolarmente spiritosa, talvolta carica di doppî sensi. b. Detto sentenzioso, massima morale o moraleggiante: «non avere mai timore di fare il bene» era il suo motto. In partic., in araldica, parola, o più spesso breve frase, solitamente in latino, ma anche in italiano, francese, spagnolo, tedesco, ecc., scritta in caratteri romani, posta entro una lista bifida e svolazzante, collocata, come ornamento, in fascia sotto lo scudo e, talvolta, dentro di esso, spec. nell’araldica spagnola. c. Per estens., dicitura che talvolta accompagna il disegno allegorico delle insegne di editori e sim. d. Frase assunta come divisa da una comunità religiosa, da un corpo militare, da una collettività, ecc.: il m. dei benedettini è «ora et labora»; il m. dei carabinieri è «nei secoli fedele». 2. Per estens., parola, soprattutto nelle seguenti espressioni del linguaggio letter.: far motto, parlare; far m. a qualcuno, rivolgergli la parola; non com., in un m., d’un m., in una sola parola, con poche ma efficaci parole; non far m., tacere; senza dir m., senza far m., senza proferir m., e sim., senza dire nessuna parola, senza parlare. M. d’ingiuria, m. di scherno, parola o frase offensiva. 3. ant. a. Componimento breve e concettoso di carattere popolaresco: m. confetto, lo stesso che frottola. b. Testo poetico di un canto.