mucciniano
s. m. e agg. Seguace o imitatore del regista Gabriele Muccino; tipico di Gabriele Muccino e delle sue rappresentazioni cinematografiche. ◆ Se il giudizio su «L’ultimo bacio» aveva diviso le anime della sinistra (ma non il pubblico, accorso compatto), fino a innescare un tumultuoso dibattito tra «mucciniani» e «morettiani» la cui posta in gioco era la legittimità di una certa leggerezza di sguardo sulla condizione dei trentenni, quanto accaduto a Locarno rinforza l’impressione. (Foglio, 15 agosto 2001, p. 3) • Pollo e Curry sono due adolescenti che passano ore a fare gare di sputo dal balcone di casa. Non sfrecciano sui motorini, non somigliano agli spot giovanilisti dei nuovi cellulari, non sono agitati e febbrili come i ragazzi mucciniani né patinati e consumisti come quelli di Federico Moccia. (Fulvia Caprara, Stampa, 13 marzo 2007, p. 51, Spettacoli).
Derivato dal nome proprio (Gabriele) Muccino con l’aggiunta del suffisso -(i)ano.