multiculturalista
agg. Relativo all’integrazione di culture diverse. ◆ La sinistra è divisa fra chi ha capito che, per conquistare consensi, occorre sapere governare i processi immigratori con razionalità, rigore e freddezza, e chi ancora si perde dietro utopie multiculturaliste e terzomondismi. (Angelo Panebianco, Corriere della sera, 19 maggio 2002, p. 1, Prima pagina) • Come ha tristemente osservato l’autorevole giornalista italiano Magdi Allam sul Corriere della sera pochi giorni dopo, l’assassinio di [Theo] van Gogh segna probabilmente la fine dell’utopico sogno multiculturalista dell’Europa, perché costringe i politicamente corretti europei ad affrontare una crisi d’identità che è misteriosamente e inquietantemente simile a quella che ha colpito i musulmani negli ultimi trent’anni. Entrambe sono state provocate dalle vittorie dell’occidente: l’umiliazione inflitta agli arabi dall’esercito israeliano nel 1967 e la sconfitta e la dissoluzione dell’impero sovietico. (Michael Ledeen, trad. di Aldo Piccato, Foglio, 12 novembre 2004, p. 2) • C’entrerà anche il sempre più diffuso atteggiamento multiculturalista, con quel tanto di relativismo che esso implica? In questi giorni un tribunale tedesco ha persino riconosciuto a un violentatore di origine sarda le attenuanti «etniche e culturali», andando ben al di là dell’accettabile, ma certo anche in base a una tolleranza che non ci sentiamo di condannare nel suo fondo. (Gianni Vattimo, Stampa, 14 ottobre 2007, p. 31, Società e Cultura).
Derivato dall’agg. multiculturale con l’aggiunta del suffisso -ista.
Già attestato nella Repubblica del 9 agosto 1991, p. 35, Cultura (Francesco Russo).