mummificazione
mummificazióne s. f. [der. di mummificare]. – 1. L’operazione di mummificare o il processo di mummificarsi. In senso stretto, l’imbalsamazione del cadavere, quale fu praticata dagli antichi Egiziani, in modo da ridurlo allo stato di mummia e assicurarne una più lunga conservazione, grazie anche a particolari processi chimici di trasformazione della sostanza organica in opportune condizioni di ventilazione e di umidità dell’ambiente in cui le mummie erano conservate. Per estens., ogni altra tecnica di trattamento del cadavere, diversa per procedimento ma tendente allo stesso scopo (per es., affumicazione, disseccamento, ecc.), in uso presso alcuni popoli primitivi. In partic., m. naturale, processo al quale vanno talvolta incontro i cadaveri quando le condizioni ambientali (esposizione in ambienti asciutti e ventilati, inumazione in terreni asciutti e porosi, congelamento, ecc.) favoriscono l’evaporazione dei liquidi organici in modo da ostacolare i normali processi putrefattivi. 2. In patologia, forma di necrosi che colpisce punti ben determinati quali tratti di cute, un dito, il padiglione auricolare, ecc., provocata da fenomeni di natura ischemica e caratterizzata dalla disidratazione dei tessuti, che si anneriscono e si raggrinzano pur conservando abbastanza bene le strutture normali. 3. In patologia vegetale (ma con terminologia popolare), trasformazione di frutti in corpi scuri e consistenti a opera di alcuni funghi parassiti (Sclerotinia fructigena per pere e mele; Sclerotinia linhartiana per cotogne).