musica
mùṡica s. f. [dal lat. musĭca, gr. μουσική, femm. sostantivato dell’agg. μουσικός «musicale» (sottint. τέχνη «arte»)]. – 1. a. L’arte che consiste nell’ideare e nel produrre successioni strutturate di suoni semplici o complessi, che possono variare per altezza (cioè per la frequenza delle vibrazioni del corpo sonoro), per intensità (cioè per l’ampiezza delle vibrazioni) e per timbro (che dipende dal materiale del corpo sonoro), per mezzo della voce umana (m. vocale), di strumenti (m. strumentale) o della combinazione di entrambe queste fonti. Da un punto di vista storico e antropologico, pur in maniera diversa da popolo a popolo, la musica si manifesta come forma di espressione culturale normalmente integrata con le varie attività sociali (lavoro, culto, riti, danza, feste, ecc.), concorrendo al collegamento fra conoscenza ed espressione, alla coesione sociale ed etnica, nonché alla trasmissione culturale: m. tribale, m. amerindia, m. gitana, m. araba. In partic., nella tradizione colta occidentale, forma d’arte autonoma in cui, diversamente dalle altre arti, nelle quali la creazione coincide e si conclude con l’esecuzione (così, per es., nella letteratura e nelle arti figurative), la creazione (o composizione) è un momento distinto dall’esecuzione, la quale soltanto permette all’invenzione di realizzarsi comunicandosi all’ascoltatore: in quanto espressione artistica la musica è quindi sia il momento della composizione sia il momento dell’esecuzione; caso particolare rappresenta la m. jazz, in cui l’improvvisazione unifica il momento creativo e quello esecutivo (come avviene, d’altra parte, nelle culture orali o comunque in quelle in cui non esiste un sistema di notazione della musica). Il termine può essere accompagnato da determinazioni che si riferiscono ai mezzi dell’esecuzione, alla speciale destinazione, a particolari caratteri: m. corale, m. per orchestra, m. sinfonica, m. da camera, m. per pianoforte, per violino, per organo, per flauto, ecc.; m. lirica, m. sacra, m. da ballo, m. da film, ecc.; m. madrigalistica, m. colta, m. leggera, m. rock, ecc.; per la m. elettronica, v. elettronico, n. 2. Più concretam., l’insieme delle composizioni musicali di una nazione, di un periodo storico, di una cultura, di un autore, soprattutto in quanto abbiano caratteri comuni che le distinguono da altre: la m. italiana, tedesca; la m. del Settecento; m. classica, quella dei grandi compositori dall’età barocca al primo romanticismo; m. romantica; la m. mozartiana, verdiana, ecc. b. Il particolare linguaggio che rende possibile la notazione scritta dei suoni e che, nella tradizione occidentale, collega i suoni (note) secondo rapporti diacronici (melodia), rapporti sincronici (armonia) e rapporti di durata (ritmo): m. melodica, m. armonica, m. ritmica. Anche lo studio dell’uso e della combinazione degli elementi che costituiscono il linguaggio musicale, studio finalizzato sia alla composizione, sia all’esecuzione, sia a una conoscenza più profonda e consapevole delle realizzazioni dell’arte musicale: un cultore, un appassionato di m.; ha il genio della m.; maestro di m.; insegnante di m.; professore di m. al conservatorio; metodo, esercizî di musica. c. Con riferimento a un singolo componimento musicale: ha scritto la m. di scena per un intermezzo; parole di S. Cammarano, m. di G. Verdi; di chi è la m.?; mettere in m., comporre la musica (melodia e accompagnamento) su cui cantare un testo poetico; commedia, opera in m. (devo dirtelo in m.?, in tono scherz. a chi mostra di non voler intendere). In questo sign. partic., si può avere il plur.: sono state eseguite alcune musiche del Settecento. d. Con partic. riferimento all’esecuzione: eseguire, sentire, ascoltare la m.; questa sera si farà (ci sarà) un po’ di m., un trattenimento musicale (ma è frase del parlar familiare); ascoltare m. dal vivo, generalm. in locali di intrattenimento; domenica, m. in piazza; musica!, esclam. con cui si invita a suonare. e. Con riferimento alla scrittura o stampa di composizioni musicali: carta da m., con il pentagramma per la scrittura delle note musicali (con altro sign., carta m. o da m., tipo di pane sardo, consistente in una sfoglia molto sottile e croccante fatta di farina di grano duro); edizioni di m.; leggere la musica. 2. Con usi estens., soprattutto nel linguaggio fam.: a. Insieme di esecutori, soprattutto quando si tratti di una banda militare: la m. del reggimento, delle guardie municipali; vieni alla finestra, che passa la m.; una scorta d’onore con bandiera e m.; più raram., di altri complessi orchestrali: lo spazio riservato alla m. (più com. all’orchestra) nel teatro moderno. b. Talvolta, il libro o il foglio in cui è scritto il singolo componimento musicale: ho lasciato la m. a casa; non sono capace di suonare se non ho la m. davanti. 3. Usi fig.: a. Suono o insieme di suoni particolarmente dolce, melodioso o armonioso, gradevole all’udito: la sua voce è una m.; la m. notturna dei grilli; ma anche con sign. più generico: la carrozza partì di colpo, accompagnata da una m. di sonagli (Capuana). b. Per antifrasi, suono o complesso di suoni fastidiosi e sgradevoli all’orecchio: senti che m. questi cani!; tutte le notti devo sentire la m. del bambino che piange! c. Seguito di parole e di grida violente, irose, litigiose: appena arriveremo in ufficio, sentirai che m. il direttore!; cominciava allora fra il padre e i figliuoli una di quelle m. che non finiscono sempre in accordo (De Marchi). d. Stato di cose, situazione, faccenda che si prolunga più del necessario, risultando quindi monotona e noiosa: quando finirà questa m.?; basta, è ora di cambiare m.! Ma anche situazione in genere: è la solita m., è sempre la stessa m.; da quando è arrivato il nuovo amministratore, è cambiata la m.; pop., è cambiata la m. ma i suonatori sono sempre gli stessi (o sim.), soprattutto con riferimento a cariche pubbliche o politiche. ◆ Dim. muṡichétta (esecuzione musicale breve e leggera, o brano musicale di scarso valore artistico e di poco impegno), e meno com. muṡichina; accr. scherz. muṡicóna (raro muṡicóne m.), musica solenne, eseguita a grande orchestra; pegg. muṡicàccia.