nabi
‹nabì› s. m. e agg., fr. [dall’ebraico, propr. «profeta»]. – Nome (per lo più usato al plur., nabis) adottato da un gruppo di pittori (M. Denis, P. Bonnard, A. Maillol, F. Valloton, É. Vuillard, ecc.) riunitisi a Parigi nel 1888 intorno a P. Sérusier, sotto l’influsso di P. Gauguin; agli intenti naturalistici dell’impressionismo volevano contrapporre un’arte simbolista, basata sulla semplificazione della forma, sull’uso di toni piatti e di colori contrapposti, e volta a valorizzare gli elementi bidimensionali, decorativi della visione artistica. Anche in funzione di agg.: i pittori nabis; una mostra di dipinti nabis.