nabissare
v. tr. e intr., ant. e letter. – Aferesi di inabissare, sprofondare nell’abisso, in senso proprio e fig.: intendi ... a te detta quella parola che disse l’Angelo a Lotto, quando voleva n. Soddoma (Cavalca). Con sign. partic., nell’intr. o intr. pron., infuriarsi, imperversare, tempestare facendo gran rumore e confusione: Agnolo ... giunse alla Porta del Prato ... correndo e nabissando, che fece smemorare e’ gabellieri (Sacchetti); e così si nabissava, come se la fante in quell’ora l’avesse voluto cacciare di casa sua (Sacchetti); e sostantivato: cominciò a saltellare e a fare un nabissare grandissimo su per la piazza (Boccaccio). In questa accezione (per la cui evoluzione semantica cfr. espressioni pop. come fare l’inferno, fare un inferno, fare il diavolo a quattro, e lo stesso imperversare), nabissare è da ritenere piuttosto variante dell’ant. abissare (che ebbe anche questo sign.), per agglutinazione di n- in funzione intensiva, simile a quella che si ebbe (anche se diversamente motivata), per es., in ninferno per inferno.