naftalina
s. f. [dal fr. naphtaline, der. di naphte «nafta», col suff. -ine «-ina»]. – 1. Composto organico, idrocarburo aromatico costituito da due anelli benzenici uniti per un lato, contenuto nelle frazioni di catrame di carbon fossile bollenti fra 180 e 250 °C (olio medio di catrame o olio di n.), le quali, per raffreddamento, lasciano cristallizzare la naftalina che viene poi separata per centrifugazione (la depurazione si esegue tramite sublimazione); oltre che dal catrame di carbon fossile, può essere ottenuta mediante idrodealchilazione di residui della lavorazione del petrolio. Si presenta sotto forma di lamelle bianche lucenti, dall’odore forte caratteristico, che a temperatura ordinaria sublimano lentamente, e viene usata come materia prima per numerosi prodotti industriali (coloranti, preparati farmaceutici, ecc.) e, comunemente, come antitarmico per la conservazione di tessuti e d’indumenti: tenere, mettere sotto n.; non sopportare l’odore di naftalina. 2. In usi fig. e scherz., con riferimento a cosa (o persona) che si tiene gelosamente conservata o riguardata: un gioiello, un bambino tenuto sotto n.; o, con altro senso, di cosa (più raram. di persona) che viene messa in disparte, non più utilizzata: Nessuno al mondo potrà metter mai I sogni dei poeti in n. (Govoni).