nanodispositivo
(nano-dispositivo), s. m. Dispositivo di dimensioni infinitesimali. ◆ Dal semplice pace-maker che dà al cuore stanco il giusto ritmo, di strada se n’è fatta. Oggi si impiantano biochip, si parla di fotosensori per ridare la vista a chi ha la retina danneggiata, sono in progetto nano-dispositivi che verranno inviati a riparare guasti nei nostri organi, l’ingegneria genetica in teoria può costruire un uomo su misura, le cellule staminali permettono di far crescere in provetta ogni tipo di tessuto, e molta tecnologia – Internet, Realtà Virtuale – diventa un prolungamento dei nostri sensi e della nostra intelligenza. (Piero Bianucci, Stampa, 22 maggio 2002, Tuttoscienze, p. 2) • Il nano-dispositivo messo a punto dimostra che su dimensioni molto piccole (delle decine di nanometri, un nanometro è un miliardesimo di metro) il trasporto di cariche frazionarie modifica drasticamente le caratteristiche elettriche del dispositivo. (Lisa Roos-Bertoluzza, Corriere della sera, 16 febbraio 2003, p. 41) • I nanodispositivi ibridi, composti da materiali inorganici e molecole biologiche in simbiosi tra loro, sono quindi una realtà. […] Lo scopo di queste ricerche sui motori biomolecolari, spiega [Carlo] Montemagno, «è quello di trovare una strada per integrare blocchi biologici di costruzione sui nanodispositivi, utilizzando il materiale biologico per estrarre energia da un ambiente contenente glucosio, (Andrea Carobene, Sole 24 Ore, 4 febbraio 2005, p. 11, Tecnologia & Scienze).
Composto dal confisso nano- (‘relativo a una struttura infinitamente piccola, dell’ordine di un miliardesimo di unità’) aggiunto al s. m. dispositivo.