nanoparticella
s. f. Particella minuscola, microscopica, trattata nel settore delle nanotecnologie. ◆ L’efficacia delle nanoparticelle sarebbe già stata dimostrata sulle cellule cancerose coltivate in laboratorio e iniettate nei tessuti delle cavie. I microproiettili, composti da silicio e rivestiti di oro, sarebbero diretti esclusivamente verso le cellule malate per opera di anticorpi attaccati su di essi. (Avvenire, 4 novembre 2003, p. 14, Oggi Città) • In quella che [Vittorio] Silvestrini ha definito «una mostra ridotta ma densa» […] è possibile inoltre osservare […] materiali anti-macchia rivestiti di uno strato di nanoparticelle che li rendono idro e oleorepellenti. (Maria Stella Narciso, Roma, 12 marzo 2006, p. 9) • Nanosolar ha investito nel progetto 300 milioni di dollari raccolti tra fondi pubblici e altri investitori istituzionali. L’azienda ricorre a un procedimento che impiega rame, indio, gallio e selenio usato sotto la forma di nanoparticelle disciolte in una soluzione che, fatta evaporare, produce una pellicola sottilissima che ha l’effetto fotovoltaico. Il substrato è una lamina di alluminio e il processo è seriale: grandi rotoli di alluminio vengono distesi e sulla superficie viene depositata la soluzione con sistemi simili alla stampa su carta. (Patrizia Feletig, Repubblica, 30 giugno 2008, Affari & Finanza, p. 26).
Composto dal confisso nano- (‘relativo a una struttura infinitamente piccola, dell’ordine di un miliardesimo di unità’) aggiunto al s. f. particella.
Già attestato nella Stampa del 25 ottobre 1998, p. 12, Interno (Giovanni Lamberti).