narrare
v. tr. [dal lat. narrare, affine a gnarus «consapevole»]. – Esporre o rappresentare, a viva voce o con scritti o altri mezzi, vicende, situazioni, fatti storici e reali, oppure fantastici, vissuti o, più spesso, non vissuti in prima persona, riferendoli in modo ampio e accurato e nel loro svolgimento temporale (ha sign. molto simile, ma non identico, a raccontare): n. vecchie leggende; n. una storia d’amore; n. bene, male, con ordine, con vivacità, con brio; n. gli avvenimenti lieti della propria vita; ai posteri Narrar se stesso imprese (Manzoni, con riferimento alle memorie che Napoleone avrebbe voluto lasciare delle sue gesta); il libro, il film narra le peripezie di due viaggiatori; e con prop. oggettiva (introdotta da che) o interrogativa indiretta (introdotta da come): si narra che in quel tempo ...; vi narrerò come fece a liberarsi da quella prigione. Talvolta con un complemento di argomento, introdotto dalla prep. di: ci ha narrato dei suoi viaggi in Africa. Ant. o raro con il sign. più generico di esporre con chiarezza, spiegare, rivelare: le sue ragioni ... non è mia intenzione qui narrare (Dante); vuoi tu darmi rimorso dell’averti narrato la mia presente miseria? (Mazzini); o in quello di attestare, testimoniare: li cieli narrano la gloria di Dio (Dante, che così traduce il biblico enarrant, del salmo 18). ◆ Part. pres. narrante, anche come agg. e s. m. e f., che o chi narra; in partic., nel linguaggio della critica letteraria, io narrante, locuz. con cui viene indicato il personaggio che in una narrazione in prima persona assume (non per questo coincidendo con l’autore) il ruolo di chi racconta gli avvenimenti.