naso
s. m. [lat. nasus]. – 1. a. Nell’uomo, parte prominente del volto, a forma di piramide triangolare, situata sulla parte mediana della faccia, sotto la fronte e sopra il labbro superiore; protegge l’organo dell’olfatto (mucosa pituitaria), e fornisce una specie di vestibolo alle vie aeree superiori, racchiudendo le cavità nasali: dorso del n., il margine anteriore della piramide che si continua verso la fronte con la radice del n. e in basso col lobulo o apice (complessivamente, il profilo del n.); ali o pinne del n., le due superfici laterali che si impiantano nel volto, in direzione delle guance, e presentano una certa mobilità nelle parti inferiori; base del n., caratterizzata dall’apertura delle due narici (dette, nell’uso pop., buchi del n.), che immettono nel vestibolo. Fraseologia più com.: soffiarsi il n.; mettersi le dita nel n.; inforcare gli occhiali sul n.; sangue dal n., emorragia nasale (o, con termine più dotto, epistassi); avere il n. chiuso, intasato, per raffreddore; avere la goccia al n.; fazzoletto da n.; tabacco da n., da fiuto. Considerato nella sua forma e nelle sue dimensioni come elemento costitutivo della fisionomia (tanto da aver dato origine a soprannomi e cognomi, come Nasetto, Nasone, Nasuto, e già in lat. Nasica, Nasidienus, Naso): n. grosso, piccolo, affilato, aquilino, schiacciato, rincagnato, camuso; un n. lungo come quello di Pinocchio; un n. maschio, forte e pronunciato (anche in Dante, Purg. VII, 113: colui dal maschio n., con allusione a Carlo d’Angiò); n. greco, tipo di naso (caratteristico nelle sculture e raffigurazioni dell’antica arte greca) in cui il dorso, diritto, si continua con la linea della fronte, senza presentare l’incavatura più o meno pronunciata detta sella del naso; in usi pop.: un n. a patata, un n. a peperone; un n. rosso come un pomodoro, per il freddo o per il troppo bere. b. Analogam., nei mammiferi, la parte prominente e glabra del muso in cui si aprono le narici: il n. del cane, del gatto, del bue. c. Per metonimia, il senso dell’olfatto, anche in usi fig.: non avere n.; avere buon n., nel linguaggio venatorio, di un cane che ha buon fiuto, e fig., di persona sagace, accorta, che rivela buon intuito (o lo ha rivelato in una determinata occasione); sentire a n., al fiuto; andare, procedere, giudicare a n. (più com. a lume di n.), per intuizione, senza avere elementi di fatto; fare il n. a un odore, abituarcisi. d. Talvolta per indicare la faccia intera: chiudere, sbattere la porta sul n. a qualcuno; stare, andare in giro col n. per aria, in atteggiamento spensierato e distratto. e. In locuz. particolari, sempre con riferimento all’uomo: gli si è affilato il n., per dimagrimento; allungare il n., sporgersi per vedere meglio; arricciare o torcere il n., per esprimere avversione, contrarietà, disgusto; avere la puzza (o la muffa) al n., o sotto al n., di persona solita a mostrare sussiego o disgusto; avere (o mettere) qualche cosa sotto il n., davanti agli occhi; fare qualcosa sotto il n. a (o di) qualcuno, proprio davanti ai suoi occhi, in sua presenza (o molto vicino): c’è stata una rapina proprio sotto al n. della polizia; parlare col n., con voce nasale; dare del n. (o di n.), non com., imbattersi in qualcuno o in qualche cosa; mettere (e con più efficacia ficcare) il n. nei fatti altrui, interessarsene con curiosità indiscreta (v. ficcanaso); mettere la punta del n. fuori della porta, arrischiarsi timidamente ad uscire: stava tappato in casa, con tanto di catenaccio, e non metteva fuori nemmeno il n. (Verga); prendere, pigliare, menare per il n., prendere in giro, indurre altri a fare ciò che si vuole, dando ad intendere cose non vere; restare (lasciare) con tanto di n., con un palmo di n., sbalordito o deluso; region., non ricordarsi dal n. alla bocca, essere smemorato; venire o saltare la mosca al n., perdere la pazienza; non vedere più in là del proprio n., avere la vista corta, anche in senso fig.; avere l’anello o gli orecchini al n., essere eccessivamente ingenuo, primitivo, rozzo. 2. Nome di oggetti (o parti di oggetti) che hanno forma simile al naso o che sporgono come il naso: a. Il beccuccio di alcuni tipi di vaso. b. La parte superiore dell’arcolaio. c. Nel tornio, la punta a vite che serve a ricevere il fuso. d. Nella sella, la parte anteriore dell’arcione. e. Nell’architettura gotica, il risalto sporgente nei trafori ornamentali. 3. In zoologia, nome di un pesce della famiglia ciprinidi (Chondrostoma nasus) che vive nei corsi d’acqua dell’Europa centro-orient., in banchi più o meno numerosi: ha corpo allungato, lievemente compresso ai lati e bocca situata nella parte inferiore del muso, con il labbro inferiore appuntito e cartilagineo. ◆ Dim. nasétto (v.), nasino, nasettino, e, solo per il sign. 2, nasèllo (v. nasello2), scherz. nasìcchio; vezz. o spreg. nasùccio; accr. nasóne (v.); pegg. nasàccio.