nasologia
s. f. 1. Nella letteratura e in usi satirici o scherz., scienza che studia i nasi, discorso o trattato che verte intorno al naso, considerato come tratto identificativo del volto umano. 2. (scherz.) L’arte di arrangiarsi, procedendo a lume di naso. ♦ Sibbene la "nasologia" (lasciamo la responsabilità di questa parola al professor Pedrazzini) non è una scienza, ma ha di una scienza le leggi. Ecco qui qualche affermazione. I sensuali, i chiacchieroni, i pigri, i prodighi, i grandi mangiatori, che si preparano una vecchiaia inceppata dall'obesità, prediligono i profumi leggeri; preferire invece il muschio ad ogni altro profumo è indice di brutalità. (Giovanni Cenzato, Corriere della sera, 12-13 aprile 1944, Pomeriggio, p. 2) • La nasologia è un ramo importante della fisiognomica. Sterne rapportava la dimensione dei nasi al seno morbido o sodo delle balie nel quale il naso dei poppanti avrebbe potuto più o meno comodamente affondare. Non vi sono balie in bicicletta e neppure poppanti al Giro d'Italia, ma basta trasferirci da Sterne a Orazio, perché ci sia consentito affermare, secondo gli approfondimenti del sommo poeta, che il naso di Fondriest è deciso segnale di forza e di coraggio, una premonizione di successi. (Gianni Ranieri, Stampa, 15 maggio 1995, p. 37, Sport) • Incredibile: il campione della purezza razziale sposato con una donna inferiore. Non solo, il titolo a tutta pagina poneva anche un inquietante interrogativo: “Nelle vene di Hitler scorre sangue mongolo?”. L’autore della provocazione non era un sobillatore comunista, ma il direttore Fritz Gerlich, un conservatore “di destra”, nazionalista e profondamente cattolico. Conosceva Hitler e ne era un implacabile nemico: considerava i nazisti criminali, degenerati sessuali e spergiuri. Mancavano 15 giorni alle elezioni, Hitler stava diventando il padrone assoluto della Germania e il suo consenso cresceva di giorno in giorno: per conquistare i tedeschi predicava la supremazia degli ariani, e tutta una serie di sedicenti scienziati si erano prodigati a conferire dignità accademica alla “teoria della razza” stessa. Tra questi Hans Günther, professore all’Università di Jena e specializzato nelle forme di tutte le “teste” e dei nasi nordici. Secondo la scienza razziale, infatti, il naso era “il più importante indizio dell’origine di una persona”. Così Gerlich aveva studiato quello di Hitler e, applicando le stesse teorie razziste, aveva prodotto un documentato studio di “nasologia comparata” che adesso aveva deciso di pubblicare. (Antonio Maria Orecchia, Prealpina.it, 9 giugno 2019, Storia) • È vero che copre anche la bocca, ma è il naso che la mascherina cancella. E andare in giro senza naso è uno smarrimento non solo perché non ci sono più le fisionomie, ma perché la sparizione dell'olfatto elimina la geografia degli odori [...] Diciamo la verità: il naso è stata la risorsa dell'Italia, che spesso era irregolare, approssimativa ma arrivava a lume di naso dove gli inglesi e i tedeschi arrivavano con le competenze. E si può per esempio discutere se gli aforismi di Kraus, nutriti di sapienza, equivalgono a quelli di Longanesi e di Flaiano, che usavano il naso come radar. Croce non aveva la laurea e Heidegger ne aveva mille. Vittorini traduceva dall'inglese a naso, ma ci ha fatto scoprire la letteratura americana. Bellini componeva seguendo profumi di gonna negli stessi anni in cui Beethoven celebrava la virtù dell'uomo eroico. E aveva ragione la Francia che formava la classe dirigente nelle scuole superiori o noi che ricorrevamo alla nasologia, disciplina di fondamento delle verità storiche e della storia della verità? (Francesco Merlo, Repubblica.it, 8 maggio 2020, Rep: Robinson).
Composto dal s. m. naso con l’aggiunta del confisso -(o)logia.
Nell’accezione 2, bisogna pensare all’influsso delle loc. a naso, a lume di naso ‘in base al proprio intuito’. La parola compare per la prima volta nella Tabaccheide (1712) del ferrarese Girolamo Baruffaldi, nell’accezione di 'discorso, trattato che verte intorno al naso'. Riferendosi alla foglia di tabacco, l'autore scrive: «Così asciutta, e senza odore / fu la prima ad uscir fuore / con patente di Reina / de la gran Nasologia / e gran tempo in monarchia / resse Italia». In un “fogliettone” satirico del quotidiano «La stampa» del 20 ottobre 1891, p. 2, si legge: «Si tratta che in Austria si è testé aperto un concorso di nasi il quale offrirà certo dei buoni elementi per la nasologia e la nasografia». Famosa la Nosology di Edgar Allan Poe, nel racconto Lionizing (1835): «The first action of my life was the taking hold of my nose with both hands. My mother saw this and called me a genius: — my father wept for joy and presented me with a treatise on Nosology». In italiano, il nosology di Poe è stato tradotto sia nosologia sia, più comunemente, nasologia.