nastro
s. m. [dal got. *nastilō «cinghia»]. – 1. a. Tessuto liscio o operato, di piccola altezza, comunem. di seta o di cotone, fabbricato con particolari telai e usato per guarnizioni, orlature, legature: un metro, un pezzo di n.; orlare, guarnire con un n.; pacchetto legato con un n.; il n. del cappello; n. bianco, e più spesso rosa o celeste, fiocco di nastro che si appende alla porta di una casa in cui è nato un bambino (rosa per le femmine, celeste per i maschi); n. di lutto, nero e per lo più di panno, che si porta al braccio o intorno al cappello in segno di lutto; n. elastico, tessuto con l’aggiunta di fili di gomma elastica, adoperato per bretelle, giarrettiere, calzature, cinture di indumenti varî, ecc. Gioco dei n., altro nome del gioco detto anche tiremmolla. b. Per antonomasia, il pezzo di nastro a cui è attaccata una decorazione: avere, ottenere il n., una onorificenza. In partic.: n. azzurro, il nastro che in Italia sostiene la decorazione al valor militare, e il nastrino che si porta in luogo della decorazione stessa (per metonimia, un n. azzurro, la persona stessa insignita della decorazione); come traduz. dell’ingl. blue ribbon, l’espressione indica il distintivo che in Inghilterra spetta al vincitore di un derby (corsa al galoppo), e inoltre il riconoscimento conferito alla nave (di qualsiasi nazionalità, trasportante comunque passeggeri) che, senza effettuare rifornimenti intermedî, stabilisce il primato di velocità nell’attraversamento dell’Atlantico del Nord (nel caso che tale primato venga mantenuto per almeno tre mesi, viene assegnato alla nave un trofeo d’argento). N. d’argento, riconoscimento conferito annualmente dal sindacato nazionale giornalisti cinematografici ai migliori film italiani e ai registi, attori ed elementi direttivi e tecnici che si siano maggiormente distinti nei film italiani proiettati nell’anno. 2. Con usi o applicazioni partic.: a. Nello sport, n. di partenza (o assol. nastro), in una corsa podistica, ciclistica, ecc., la sottile striscia di seta tesa al punto iniziale del percorso (strada o pista), che viene tagliata al via della gara dal direttore di corsa o da un inviato ufficiale; nelle corse dei cavalli, al plur., nastri, strisce di materiale vario che delimitano il punto di partenza e che vengono alzate dal mossiere. Per estens., il plur. nastri è usato per indicare sia la linea di partenza, anche quando non sia rappresentata da nastri materiali, sia la partenza e la gara stessa: allinearsi ai n., disporsi pronti per il via; non presentarsi ai n., rinunciare a una corsa, a una gara; cento corridori, dieci squadre ai n., o sim., partecipanti a una gara, in attesa del via. Funzione analoga ha il n. inaugurale, che, posto all’ingresso di una strada, di una costruzione o di altra opera pubblica, viene tagliato da un uomo politico o da altra autorità nella cerimonia d’inaugurazione (da cui l’espressione tagliare il n., inaugurare, anche in usi estens.). b. In tipografia, nome delle fettucce di tela che servono, nelle macchine in piano, ad accompagnare il foglio impresso verso la tavola ricevitrice dei fogli stampati. c. In legatoria, la fettuccia tessile con la quale viene talvolta sostituito lo spago nella cucitura del libro: il suo uso conferisce una maggiore flessibilità al dorso e facilita l’apertura del volume. d. N. adesivo (o autoadesivo), striscia di piccolo spessore e larga da pochi mm a parecchi cm, di carta o di materia plastica, o di tessuto o anche di metallo, con un lato spalmato di sostanza adesiva, per lo più usato per imballaggio ma anche come articolo di cancelleria, per unione o fissaggio di fogli, per decorazioni, ecc.; esistono anche nastri con tutti e due i lati adesivi (detti perciò a doppio adesivo o biadesivi), per usi varî. e. N. caricatore (anche caricatore a n. o n. portacartucce), supporto contenitore per l’alimentazione delle mitragliatrici, caratterizzato dall’estensione in lunghezza e dalla flessibilità, e in cui le cartucce, allineate a distanza regolare, sono alloggiate mediante l’unione di due strisce di tela oppure con elementi metallici articolati muniti di alveoli. f. N. centimetrato, fettuccia di tela cerata, per lo più della lunghezza di 150 cm, arrotolabile, che ha le divisioni in centimetri e frazioni, e serve in sartoria e sim. per misurare la stoffa e prendere le misure sulla persona; n. metrico, altro nome della rotella metrica (v. rotella). g. N. dattilografico, nastro di cotone, di seta o di laminato plastico, impregnato con inchiostro difficilmente essiccabile così che, interposto tra un foglio di carta e il carattere, lasci sul primo l’impronta del secondo quando questo venga «battuto», per es., nelle macchine da scrivere, nelle stampanti di calcolatori, nei registratori di cassa, ecc. h. N. isolante, striscia di tessuto di lino, cotone, di laminato plastico, ecc., tagliato a forma di nastro, impregnato di sostanze collanti, usato per ricoprire conduttori elettrici scoperti, per piccole giunzioni, ecc. 3. Per estens: a. Striscia in forma di nastro, ma di materiale diverso dal tessuto, con speciali funzioni o destinazioni: n. metallico, prodotto metallurgico ottenuto per laminazione a caldo o a freddo, generalmente con supporto di alluminio, usato per schermature in elettrotecnica o per sigillatura stagna di recipienti; n. magnetico, elemento usato nei registratori magnetici (detti appunto registratori a nastro, o a bobina, in contrapp. a quelli a cassetta), nei calcolatori (per le memorie dette appunto a n. magnetico), ecc., costituito da un supporto di acetato di cellulosa (o di cloruro di polivinile, ecc.) nel quale è incorporato materiale magnetizzabile; n. perforato, lo stesso e meno com. che banda perforata (v. banda3, n. 1 e). Nelle pellicole cinematografiche (cui si è anche dato il nome di n. di celluloide), n. d’arrivo, n. di partenza (anche, rispettivam., coda iniziale, coda finale), il tratto di pellicola non impressionata che precede il primo fotogramma da impressionare e segue l’ultimo impressionato, e che permette, senza perdite di fotogrammi, l’innesto della pellicola nel meccanismo di trascinamento nonché la protezione da eventuali deterioramenti della superficie esterna della pellicola arrotolata. b. Nell’industria tessile, n. di preparazione alla tessitura, fascio piuttosto grosso di fibre più o meno parallelizzate, tenute insieme o dal solo attrito delle fibre stesse tra loro, o da falsa torsione, o da vera torsione. c. In anatomia, fascio di fibre nervose la cui configurazione generale ricorda un nastro; in partic., n., o lemnisco, di I. Ch. Reil ‹ràil› (dal nome del medico ted. I. Ch. Reil, 1759-1813), fascio di fibre nervose che raggruppa tutte le vie sensitive e sensoriali che risalgono verso il cervello, eccettuate le fibre olfattive e le fibre ottiche. d. Pasta da minestra in forma di strisce (sempre al plur.); anche nastroni o nastrini secondo la maggiore o minore larghezza. e. In architettura, modanatura piana che sporge fra due superfici più arretrate; è detta anche tenia. f. Nella locuz. aggettivale a nastro, indica un elemento, per lo più metallico, in forma di nastro o comunque di striscia continua, che costituisce parte caratteristica e funzionale di una macchina: freno a n., costituito da un nastro d’acciaio che avvolge una puleggia o un tamburo per circa 3/4 della sua circonferenza; microfono a n. (v. microfono); sega o segatrice a n. (v. segatrice); trasportatore a n., o anche n. trasportatore, di gomma, rete metallica o altri materiali (v. trasportatore). In chirurgia, divaricatore a n. di L.-H. Farabeuf, divaricatore laminare, flessibile e talora modellabile a seconda delle necessità. In architettura, sono dette finestre a n. le aperture esterne rettangolari in serie continua, proprie delle opere del razionalismo. g. In chirurgia ortopedica, n. di F. F. W. Parham, piastra metallica flessibile, impiegata per comporre la frattura di un osso lungo. h. N. di Möbius ‹mö′öbius› (dal nome del matematico ted. A. F. Möbius, 1790-1868), superficie topologica ad una sola faccia, ottenuta congiungendo ad anello una striscia (per es. di carta) dopo che sia stato impresso, a un estremo di essa, un mezzo giro; è caratterizzata da curiose proprietà, come quella di continuare a essere un unico anello, ma con due distinte facce, se la si taglia lungo la sua linea mediana, oppure di suddividersi in due anelli (di cui uno è un nuovo nastro di Möbius) qualora il taglio venga eseguito lungo una linea che disti dal bordo in misura di un terzo della larghezza della striscia. 4. In usi fig., striscia o superficie che si presenta con forma stretta, allungata, diritta o sinuosa: si vedeva nella valle il n. argenteo del fiume, il n. bianco della strada; da quassù i tigli del viale sembrano piccoli, per la distanza, nascondono lo stretto n. d’asfalto: quasi non si vedono le automobili (Salvatore Mannuzzu). Dim. nastrino (v. la voce), e poco com. nastrétto, nastrettino, nastricino; spreg. nastrùccio; accr. nastróne; pegg. nastràccio.