nazicomunista
(nazi-comunista), s. m. e f. e agg. Chi aderisce o si ispira a regimi totalitari e repressivi come il nazismo e il comunismo; che richiama regimi nazisti e comunisti. ◆ Secondo [Marco] Pannella la richiesta del Vaticano si definisce come un appello unilaterale a [Slobodan] Milosevič, che i radicali definiscono «un dittatore nazi-comunista», e – dunque – rappresenta una presa di posizione netta, esplicita nei confronti di una sola parte, il governo serbo, da cui dipende, appunto, la concessione del corridoio. (Repubblica, 6 aprile 1999, p. 10, Politica) • «niente insulti e nessuna demonizzazione [...] Il confronto democratico è questo. Se penso invece al linguaggio usato in questi giorni da altri, se penso a [Umberto] Bossi che ci chiama “nazicomunisti, banditi e malviventi” [...] allora mi preoccupo davvero molto» [Pierluigi Castagnetti intervistato da Maria Teresa Meli]. (Stampa, 7 gennaio 2001, p. 6, Interno) • Peter Handke va difeso sempre, per principio, a prescindere da ciò che ha scritto o detto. Se la Comédie Française decide di censurare una sua opera teatrale, se si sceglie di ritirare l’assegnazione del «Premio Heine» in Germania, allo scrittore Handke va riconosciuto il diritto di non essere zittito o discriminato a causa delle sue posizioni politiche. Anche se le sue posizioni politiche sfociano nella solidarietà a un dittatore sanguinario come [Slobodan] Milosevič e nel silenzio omertoso nei confronti dei progetti serbi e nazi-comunisti di «pulizia etnica». (Pierluigi Battista, Corriere della sera, 19 giugno 2006, p. 22, Commenti).
Composto dai s. m. e f. e agg. nazi e comunista.
Già attestato nel Corriere della sera del 6 ottobre 1993, p. 1, Prima pagina (Giuliano Zincone).