negazione
negazióne s. f. [dal lat. negatio -onis]. – 1. a. L’atto del negare, e l’espressione con cui si nega (il contrario di affermazione): una n. recisa, timida, ostinata; la n. di una verità, di un fatto, di un concetto; la n. dell’evidenza; n. assoluta, relativa. b. In filosofia, già nella logica aristotelica, il giudizio che connette il soggetto e il predicato in un rapporto di esclusione, con riferimento alla copula (nel giudizio negativo vero e proprio: A non è B), con riferimento al predicato (A è non-B) o con riferimento al soggetto (non-A è B); con sign. partic., nella filosofia hegeliana, il momento essenziale del divenire dialettico, implicato da ogni determinazione finita, la quale, negandosi nella sua finita determinatezza, passa ad altra determinatezza di grado superiore (n. della negazione), in cui peraltro è conservata, sia pure ad altro livello, la positività del grado precedente. In logica matematica, n. di una proposizione, funzione logica che assume il valore contrario a quello della proposizione stessa, essendo vera quando la proposizione è falsa e viceversa. c. In grammatica il termine serve a indicare sia il fatto di rendere negativo il significato di un’espressione (la n. del verbo si ha con l’aggiunta di un avverbio negativo), sia, concretamente, ogni parola (avverbio, congiunzione, pronome), locuzione avverbiale o prefisso che nega l’essere o un modo di essere di una cosa (per es., in italiano: no e non, né, nessuno, niente affatto, in- di incostante). Nella grammatica scolastica si parla anche di doppia n., per indicare la presenza, in una stessa frase, di due espressioni di senso negativo (ciò che in latino equivale, di norma, a un’affermazione, mentre in italiano può costituire soltanto un pleonasmo). d. In psicanalisi, meccanismo di difesa attraverso il quale il soggetto si oppone alla percezione cosciente di pensieri o desiderî proibiti negando che questi gli appartengano. e. ant. Mortificazione, umiliazione, in frasi come: n. della propria superbia; n. di sé. 2. Con valore concr., di cosa o azione che appaia decisamente contraria ai principî a cui dovrebbe ispirarsi o ai fini che dovrebbe perseguire: ma questa è la n. di ogni giustizia; una politica che è la n. degli interessi nazionali; le tue parole sono la n. del buon senso. La n. di Dio eretta a sistema di governo, frase con cui lo statista ingl. W. E. Gladstone definì polemicamente nel 1851 la politica interna attuata dal re delle Due Sicilie Ferdinando II dopo il fallimento della prima guerra d’indipendenza; la frase si ripete talvolta con riferimento a ogni governo la cui azione sia caratterizzata da atteggiamenti lesivi dei diritti umani e civili. ◆ Dim. negazioncèlla.