agg. e s. f. e m. Che, chi si rifiuta di scegliere tra due alternative opposte, ritenendole entrambe insoddisfacenti. ♦ Ebbene, io sono un neneista. Non vedo perché, se mi fa schifo quello che hanno fatto i kamikaze alle Torri Gemelle, debba piacermi quello che hanno fatto gli americani nel golfo (ma posso anche dilungarmi: mi fa schifo anche quello che hanno fatto in Cile, quello che hanno fatto e fanno a Cuba, quello che hanno fatto in Vietnam, quello che continuano a fare in Iraq, quello che fecero a Hiroshima, e se vogliamo andare un po’ indietro, anche quello che hanno fatto ai Sioux e agli Apaches). Potremmo parlare anche di quello che gli europei hanno fatto ai nativi americani, quello che i cattolici hanno fatto nelle crociate, che i tedeschi hanno fatto agli ebrei, quello che gli israeliani fanno ai palestinesi, quello che le multinazionali fanno ai paesi in via di sviluppo, eccetera eccetera. La storia del mondo è piena di episodi schifosi, commessi da gente schifosa con la quale io non voglio avere niente a che fare. E se il neneista non piace a qualcuno, io non so che farci. Si metta il cuore in pace. Questo qualcuno sarebbe più credibile se potesse dimostrare di avere pianto la povera gente massacrata dagli americani. Ma se dici queste cose sei subito uno che sta dalla parte dei terroristi. (Claudio Sabellli Fioretti, sabellifioretti.it, 12 ottobre 2001) • Roland Barthes (“Miti d’oggi”, Einaudi, 1994) chiamava “neneismo” quella figura retorica che consiste nello stabilire due contrari e nel soppesarli l’uno con l’altro in modo da rifiutarli entrambi (Non voglio né questo né quello). Due contrari sono certamente la furbizia levantina del binomio Tsipras-Varoufakis e il rigorismo ottuso di chi comanda in Europa. Li ho valutati e soppesati l’uno con l’altro. Ebbene, non posso che dichiararmi “neneista”. (Michele Magno, Formiche.net, 30 giugno 2015) • Ma da qui a metà ottobre può succedere di tutto: chi ha interesse ad annullare il derby Vincenzi-Pinotti prova a far saltare i nervi all' una o all' altra (e non è compito impossibile), il percorso finora emerso è particolarmente pasticciato e, nel Pd come fuori, cresce il partito dei "neneisti" (né con la Vincenzi né con la Pinotti). Ma sul terzo nome – ammesso ci sia – non c' è una sola persona d'accordo con un'altra. Primocanale, intanto, attacca i due segretari: "Dilettanti allo sbaraglio". (Raffaele Niri, Repubblica, 10 settembre 2011, Genova, p. 11) • C’è un punto oggettivo di incontro e di unità tra il partito di Canfora, Montanari, De Cesare e dei pacifisti “neneisti” (né con Putin, né con Zelensky) e quello dei Cardini, Veneziani e Borgonovo, che, dall’estremo apparentemente opposto dello spettro ideologico tradizionale, accusano l’Occidente di avventurismo per il suo sostegno alla causa ucraina: è la persuasione che della vicenda ci si stia occupando con troppo generoso volontarismo e senza coscienza delle leggi storiche, che guidano gli eventi e che condannano Kiev e i suoi amici a una sicura e pure provvidenziale sconfitta. (Carmelo Palma, Linkiesta.it, 18 marzo 2022, Italia).
Derivato da nene(ismo), con l’aggiunta del suffisso -ista.