algospeak (Algospeak) s. m. Modo di comunicare cifrato adoperato dagli utenti di alcuni social network per eludere i filtri dei contenuti settati dai codici algoritmici. ♦ Nel giro di pochi mesi l’utilizzo dell’Algospeak non ha permesso solo ai content creators di continuare a fare il loro lavoro, ma ha aiutato anche le persone che vivono sotto regimi totalitari a fare attivismo social utilizzando eufemismi, emoji e giochi di parole. “Da quando è iniziata l’invasione in Ucraina, per indicare il Paese le persone su YouTube e TikTok hanno iniziato ad usare l’emoji del girasole. Per incoraggiare i fan ad approfondire l’argomento seguirli altrove, gli utenti diranno “blink in lio” al posto di ‘link in bio’.”, scrive ancora Taylor [T. Lorenz, giornalista del «Washington Post»]. (Agnese Giardini, Themillennial.it, 23 aprile 2022, Cultura) • Nell’ultimo paio d’anni è emerso un altro fenomeno, quello del cosiddetto algospeak, di cui a metà aprile ha scritto anche il Washington Post e più di recente pure il New York Times. Il termine nasce dall’unione fra le parole inglesi “algorithm” e “speak” e indica appunto un modo di parlare (“to speak”, in inglese) condizionato dagli algoritmi di intelligenza artificiale cui è affidata la moderazione dei contenuti sui social network. Soprattutto, un modo di scrivere. (Emanuele Capone, Francesco Marino, Repubblica.it, 2 maggio 2022, aggiornato il 29 novembre 2022, Italian Tech) • Quello che sembra un passatempo anche frivolo, cioè utilizzare un linguaggio segreto per affrontare temi di per sé banali e quotidiani, nasconde invece dei significati più profondi e che dicono molto dell'universo digitale in cui siamo tutti costantemente immersi. Il Washington Post, per esempio, parla di algospeak, ovvero di una lingua fatta appositamente per aggirare certe rigidità degli algoritmi social: la maggior parte delle piattaforme agisce in modo censorio o comunque penalizzante nei confronti di contenuti che trattano di argomenti considerati delicati come per esempio il sesso. (Paolo Armelli, Vogue.it, 26 gennaio 2023, Di che si parla) • «In molti video online», spiega Donata Columbro nel saggio Dentro l’algoritmo. Le formule che regolano il nostro tempo (Effequ, 2022), «la parola morto è stata sostituita con non vivo, la sigla SA sostituisce sexual assault e melanzana piccante è il vibratore». Alcune formule sono più intuibili di altre, anche grazie all’azione combinata delle emoji, ma i due aspetti interessanti di questo codice sono da un lato la velocità esponenziale con cui si diffonde in rete e dall’altro i malintesi e le ambiguità che possono nascere attorno alle parole cifrate. È di circa un mese fa il caso attorno al termine “mascara”, che ha coinvolto la influencer Julia Fox. Nell’algospeak il cosmetico viene utilizzato da tempo come eufemismo per violenza sessuale e, per aiutare gli utenti nella comprensione, i contenuti che ne trattano sono accompagnati da segnali, o meglio, da piccole tracce. (Beatrice Cristalli, Treccani.it, 3 marzo 2023, Lingua italiana).
Voce ingl., a sua volta composta dal s. algo(rithm) con l’aggiunta del confisso -speak (utilizzato per indicare un tipo particolare di lingua o gergo espresso dal primo componente).