calcio posizionale loc. s.le m. Nel calcio, sistema di gioco che prevede l’occupazione di posizioni e spazi specifici in campo da parte dei giocatori, che devono sempre tenere conto del posizionamento dei compagni e degli avversari, con l'obiettivo di avanzare senza perdere il controllo del pallone. ◆ Non c’è stato solo lo squadrone di Pozzo come precursore del gioco di posizione, ma anche l’Austria di Meisl e l’Aranycsapat, è stato poi successivamente razionalizzato dall’Ajax, l’Olanda e il Barcellona di Cruijff, dall’Ajax del 1995 di Van Gaal e dal Barcellona moderno di Guardiola e dei suoi predecessori. Squadre vincenti, piene di campioni e belle da vedere, tatticamente avanti, proprio perché la filosofia alla base del calcio posizionale è la superiorità. Il dominio delle partite è fondamentale per questo stile di gioco: se si vuole giocare così, non si può lasciare l’iniziativa agli avversari. Le squadre nominate, anche se in modi diversi, erano costantemente alla ricerca della superiorità in campo. (Giacomo Manini, RivistaContrasti.it, 12 dicembre 2016, Calcio) • Ciò non toglie che Guardiola, in fuga decisa per la vittoria in Premier, abbia messo a punto l'ennesimo prototipo di calcio posizionale, un meccanismo rotante che porta Cancelo a fare il regista centrale, Bernardo Silva e Sterling gli apriscatole laterali e Gundogan il cannoniere ("il centravanti è lo spazio", do you remember?). (Paolo Condò, Repubblica.it, 7 febbraio 2021, Sport) • Il New York Times racconta la crisi del calcio posizionale, il calcio con i moduli, con i sistemi fissi di gioco, con i movimenti codificati dei calciatori. Nella sua newsletter settimanale Rory Smith che tutto è in trasformazione, anche il calcio e che oggi quell’approccio – che ha caratterizzato tre decenni – sta sbiadendo. Quei numerini – 4-3-3-, 5-3-2 – sono appunto formule che non dicono più granché del comportamento in campo di una squadra. (Napolista.it, 4 marzo 2023) • Un'ora abbondante mostrando le immagini della sfida tra il Manchester City e il Fluminense, la finale del Mondiale per club, per mettere a confronto il calcio posizionale di Guardiola con quello relazionale dei brasiliani, che il c.t. [Luciano Spalletti] sta cercando di applicare alla sua Nazionale. Nel calcio posizionale è il sistema a creare le connessioni tra i giocatori, in quello relazionale sono le connessioni a elaborare il sistema. «L'Inter fa un calcio relazionale e lo si è capito bene a Firenze dove è riuscita a vincere, giocando da squadra, una partita complicata». (Alessandro Bocci, Corriere della sera, 30 gennaio 2024, p. 44, Sport) • «Calcio posizionale o calcio relazionale? Faccio fatica a definire una cosa e l’altra, penso che il nostro gioco sia un misto di questi due aspetti». Queste parole di Thiago Motta, pronunciate lo scorso 27 febbraio nel corso dell’evento organizzato dall’Associazione Allenatori all’Università di Bologna, hanno alimentato un dibattito che, in Italia, non si vedeva probabilmente dai tempi in cui Arrigo Sacchi istituzionalizzò la linea alta nella difesa a zona, superando di fatto il dogmatismo radicale e l’ortodossia della marcatura a uomo e della zona mista. Ma se all’epoca l’argomento era incardinato sull’idea dello scontro filosofico tra due scuole di pensiero, due scuole opposte e quindi destinate a non poter trovare un punto di incontro, oggi la situazione è decisamente più fluida. (Claudio Pellecchia, RivistaUndici.com, 5 marzo 2024, Serie A).
Composto dal s. m. calcio e dall’agg. posizionale.