deromanticizzato part. pass. e agg. Che ha perso, che è stato privato della sua consistenza e del suo alone di romanticismo. ◆ E Amore tossico di Claudio Caligari è uno dei pochi film che dà l’idea di quel vuoto, il senso anticlimatico, deromanticizzato dell’anima proletaria, esausta, della Roma non più esperita dal vitalismo affamato, incantato di Pasolini. (Christian Raimo, Nazioneindiana.com, 27 ottobre 2007) • Sospeso sull'abisso della morte, l'uomo non trova riscatto se non nella possibilità di amare – almeno in questa direzione tende il sentiero della madre. Un amore deromanticizzato, che non trova quiete nel placido porto di una persona amata, ma che abbraccia la totalità dell'esistente nelle sue contraddizioni. (Simone Pecetta, Ondacinema.it, 21 maggio 2011, Recensioni) • Il calcio è un’emozione, profonda e trasparente. E noi amanti di questo sport ci lasciamo trascinare, se non addirittura indottrinare da tutto ciò che evoca. Una sensazione molto intima che spesso, nostro malgrado, non coincide con la realtà dei fatti. Una realtà che racconta di un gioco sporco e deromanticizzato, servo del vile Dio denaro. (SpazioNapoli.it, 22 dicembre 2016, Editoriale) • In questo mondo demitizzato, demistificato, deromanticizzato, non c’è sgomento al cospetto della crudeltà, né meraviglia di fronte alla magia. Se in Distanza ravvicinata il soprannaturale si dava come follia o allucinazione – il mostruoso bue scuoiato a metà che torna a perseguitare un uomo perso in una bufera di neve, o il trattore che di colpo prende vita per rivelare a Ottaline degli oscuri segreti della vita del padre – colmando i protagonisti di orrore o facendoli dubitare della propria sanità mentale, in Cattive strade il realismo magico sembra aver perso del tutto la forza del portento, il potere di sbalordire: l’assoluta verità, concretezza, di ciò che accade non viene messa in discussione nemmeno per un secondo, né dai testimoni oculari, né – ancora più sorprendente – da chi ne ascolta i racconti: se nella terra si apre una voragine rovente che ingoia i peccatori macchiatisi di crimini crudeli contro la natura, vuol dire che si è aperta una voragine rovente, tutto qui; lo stesso vale se si scopre che un oggetto casalingo possiede la capacità di esaudire all’istante qualsiasi desiderio. (Assunta Martinese, OsservatorioCattedrale.com, 30 maggio 2022) • Poi scorrono, senza che si riesca quasi a percepire il tempo che passa, Come il giorno (“La traduzione che ho fatto io [Francesco De Gregori] di uno sconosciuto scrittore nordamericano: si chiama Bob Dylan”), la sublime Gambadilegno a Parigi, la visione deromanticizzata della follia de I matti (“I matti dentro alle chiese ci vanno a fumare / centinaia di sigarette davanti all'altare”). (Luca Valtorta, Repubblica.it, 24 novembre 2024, Spettacolo).
Propriam., forma participiale del v. tr. deromanticizzare. Già attestato in un articolo di Simonetta Bentivoglio nel quotidiano «La Repubblica» dell’11 ottobre 1986, p. 30 (Spettacoli).