hype s. m. inv. Clamore, creato da una massiccia campagna pubblicitaria, che dà risonanza a personaggi o eventi. | Usato anche come agg. inv. sempre posposto: chiacchierato e di successo, detto di persona o di evento. ◆ Impressionante scorrere i nomi coinvolti; giganti come Mark Knopfler, Patti Smith, Pete Townshend, Jackson Brown, Elvis Costello, Pete Seeger, Marianne Faithfull, Sting o Bryan Ferry accanto a nuovi personaggi dell'hype contemporaneo come Adele, Ke$ha, The Gaslight Anthem o i My Chemical Romance. (Silvia Boschero, Unità, 19 febbraio 2012, p. 42, Musica) • Qualche anno dopo il successo de Il Sorprendente Disco di Esordio de I Cani, Niccolò Contessa spiegava così il successo di una delle tracce più celebri di quel disco: “Quando è uscito Wes Anderson, scritto nel 2009 e pubblicato nel 2010, parlare di un personaggio contemporaneo mi era sembrato fresco e fico. Lo era rispetto alla canzone italiana, che aveva uno sguardo un po’ troppo generico e rivolto al passato, vintage”. Oggi sarebbe ingenuo pensare che piazzare un riferimento a una qualunque icona contemporanea in una canzone possa contribuire in maniera sostanziale a creare un hype simile a quello che scatenarono ai tempi I Cani. (Manuel Santangelo, The Vision.com, 23 novembre 2018, Musica) • In fondo attorno alla musicista americana, oggi 37enne, c’era un bell’hype, pronta com’era – dopo una lunga gavetta – a prendersi un ruolo di rilievo all’interno della scena grazie alla sua capacità di giocare con gusto tra stili, generi, citazioni. Polachek arriva a questo disco, e a questo hype, dopo una gavetta lunga quindici anni. (Mattia Barro, Rolling Stone.it, 22 febbraio 2023, Musica) • Soprattutto [gli stilisti] sono legati a doppio filo al mondo della musica, dei grandi palcoscenici, dei videoclip più cool, degli artisti più hype. Come quelli che hanno sceso la scalinata dell’Ariston al 73° Festival di Sanremo per poi scalare le classifiche, da Marco Mengoni a Lazza, Tananai e Paola&Chiara. (Giada Cardi, MF Fashion.com, 23 febbraio 2023, Backstage).
Voce dell’ingl. americano dalle numerose sfumature di significato, vale in origine, come s., ‘pubblicità eccessiva o ingannevole’ (vedi Online Etymology Dictionary anche per le ipotesi etimologiche).