ius scholae (Ius Scholae) loc. s.le m. Principio per cui i minori nati da genitori stranieri possono acquisire la cittadinanza al termine di un ciclo di studi. ◆ «se è vero che a 18 anni, e con uno "spaziofinestra" di un anno, si acquisisce il diritto a diventare italiani, allora perché non adottare una sorta di "ius scholae"?». (Stefano Molina, in una dichiarazione raccolta da Vera Schiavazzi, Repubblica, 8 maggio 2013, Torino, p. 13) • "Come primo atto da senatrice riproporrò il disegno di legge per consentire alle bambine e ai bambini nati in Italia da genitori stranieri di avere la cittadinanza italiana al termine di un ciclo di studi nelle nostre scuole. Un percorso che garantirà a bambine e bambini, ragazze e ragazzi nati da genitori stranieri di avere una compiuta conoscenza non solo della nostra lingua, ma anche della nostra cultura e delle regole fondamentali della nostra democrazia. Per questo vorrei che si chiamasse Ius Scholae". Alla vigilia del voto la ministra dell'istruzione Valeria Fedeli, candidata al Senato per il Pd nel collegio di Pisa, rilancia la proposta che forse più ha acceso il dibattito politico degli ultimi mesi. (Repubblica.it, 1° marzo 2018, Cronaca / Firenze) • Il testo proposto si basa sul cosiddetto ius scholae, ovvero sulla possibilità per un ragazzo nato in Italia da genitori stranieri, o arrivato nel nostro paese entro il dodicesimo anno di età, di poter diventare cittadino italiano al termine di uno o più cicli scolastici, a patto che abbia risieduto «legalmente e senza interruzione» nel nostro paese per almeno cinque anni. Per ottenere la cittadinanza è necessario che i genitori, anch’essi residenti legalmente in Italia, o chi esercita la responsabilità genitoriale, presentino domanda all'ufficiale di stato civile del comune di residenza. Nel caso la domanda non venisse presentata, l'interessato potrà farlo entro i due anni successivi al raggiungimento della maggiore età. (Carlo Lania, Manifesto.it, 10 marzo 2022, Politica) • Le certezze? Questa legge sfugge alla tenaglia ius sanguinis-ius soli e ci consegna un'interpretazione originale della questione. Nelle nostre aule i figli degli stranieri già oggi vivono, parlano e sognano da italiani. Le nuove norme pongono classi e insegnanti al centro del processo di formazione dell'identità nazionale. Una conferma, non una novità. (Alberto Chiara, Famiglia Cristiana, 7 luglio 2022, Primo piano) • [tit.] Parlando di integrazione una questione cruciale è quella della cittadinanza. Lei da ministro propose lo ius culturae dopo un ciclo di studi, oggi si parla di ius scholae dopo due cicli scolastici. Vede spiragli per arrivare a una riforma della legge? [R] «Il vero problema è che finora la riforma non l'ha voluta nessuno perché nella 17esima legislatura, che non era certo una legislatura egemonizzata dalla destra, non si è fatto nulla. Anche a sinistra qualcuno pensava che a parlare di stranieri si perdevano voti. Ora ritengo molto positivo il dibattito suscitato da Antonio Tajani: è assurdo far crescere dei ragazzi nelle nostre scuole e contemporaneamente dir loro che sono stranieri. (Andrea Riccardi, intervistato da Francesco Moscatelli, Stampa, 30 agosto 2024, L’intervista).
Neoformazione latina creata modernamente sul modello di altre loc. lat. già radicate da tempo del linguaggio giuridico, come ius soli, ius loci, ius sanguinis. Significa ‘diritto basato sulla frequentazione della scuola’.