Piwi (piwi) Acronimo del ted. Pilzwiderstandfähige (‘resistente ai funghi’, detto di vitigno), usato in it. come s. m. inv. per designare un tipo di vitigno, frutto di incroci di varietà e di specie differenti, resistente alle malattie fungine e in grado di produrre vino di buona qualità | Usato anche come agg. sempre posposto, con riferimento a vitigni, viti e vini. ◆ In Italia i pionieri delle viti interspecifiche sono soprattutto viticoltori del Trentino Alto Adige che aderiscono all’associazione Piwi, sigla che significa resistenza ai funghi. Tra questi uno dei più attivi è Werner Morandell proprietario del Maso Lieselehof a Caldaro, che non solo possiede una ricca collezione di vitigni, tra i quali molti di varietà resistenti, ma ha appena scritto un libro dedicato all’argomento, Meine Reben. (Francesco Arrigoni, Corriere della sera, 28 maggio 2011, p. 37, Viaggi La Dolce vita/2) • [d] Il Merano WineFestival scommette sui Piwi, vitigni resistenti alle malattie fungine. [Helmuth Köcher] "L’importanza e la valenza di queste varietà è la capacità di adattarsi a diverse condizioni climatiche. Il Solaris, ad esempio, in Alto Adige è coltivato fino a 1.350 metri, dalla cantina Calvenschlössl di Laatsch, in Alta Val Venosta. Questi vitigni — oltre al Solaris, Sauvignier Gris, Cabernet Cortis, Bronner — hanno un buon rapporto qualità prezzo. Non credo che siano il futuro, avranno sempre una posizione di nicchia ma aspirano a un nuovo posizionamento". (Luca Martinelli, Repubblica.it, 9 novembre 2018, Sapori) • Attualmente risultano iscritte al Registro Nazionale 34 varietà PIWI, che sono state talvolta battezzate con nomi fantasiosi e talvolta un po’ “esotici”. A bacca bianca: Bronner, Cabernet Blanc, Charvir, Fleurtai, Helios, Kersus, Johanniter, Muscaris, Palma, Pinot Iskra, Sauvignon Kretos, Sauvignon Rytos, Sauvignon Nepis, Solaris, Soreli, Souvignier Gris, Valnosia. A bacca nera: Cabernet Carbon, Cabernet Cortis, Cabernet Eldos, Cabernet Volos, Cabertin, Julius, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Nermantis, Pinotin, Pinot Kors, Pinot Regina, Prior, Regent, Sevar, Termantis, Volturnis. Altre varietà PIWI, già selezionate e studiate, sono in attesa di essere iscritte. (Fabio Giavedoni, Slowfood.it, 31 marzo 2021, Slowine) • Cosa c’entrano i vini chiamati “piwi” con la sostenibilità? Che ci si trovi in un periodo difficile per l’ambiente se n’è accorto anche il vino e chi lo produce. Tra i molti effetti negativi della crisi climatica c’è l’aumento delle patologie in campo agricolo, vitivinicoltura compresa. In particolare sono due le malattie della vite che, anche a causa di stagioni sempre più calde e siccitose, attaccano le viti e i loro frutti: la peronospora (che si manifesta con macchie brune-giallastre) e l’oidio (quando le foglie si ricoprono di una patina biancastra e polverosa). Entrambi i casi, se non trattati in tempo, possono portare alla mancata raccolta dell’uva. Da qui l’esigenza di rendere resistenti le viti ai patogeni con i PIWI, acronimo della impronunciabile parola tedesca Pilzwiderstandsfähige, che sta per viti resistenti ai funghi. La loro battaglia? È quella ingaggiata proprio contro le malattie fungine della vite come oidio e peronospora. (Francesca Ciancio, Romatoday.it, 29 aprile 2023, Storie) • Poi il passaggio su Piwi e affini. Su cui [Angelo Gaja] non si professa totalmente contrario, purché non entrino nelle Doc. Tema molto attuale, in questo momento, visto che c’è una proposta di legge che eliminerebbe il divieto di inserirli nei vini a denominazione. Divieto, per altro, esistente solo in Italia: denominazioni come Champagne e Bordeaux hanno già ampiamente sperimentato i Piwi. «C’è troppo da aspettare ancora e non c’è tempo – spiega Gaja – Quindi occorre proteggere i vecchi vigneti, quelli che danno la qualità. I vitigni resistenti è bene che siano piantati, ma non devono entrare nelle doc. Abbiamo lavorato per valorizzare le denominazioni con le loro diversità, tipicità e caratteristiche, con i resistenti che vengono prodotti ovunque, sarebbe una gravissima omologazione, un inquinamento delle doc». (Loredana Sottile, Gamberorosso.it, 31 marzo 2025).