smartabile agg. Detto di lavoro che può essere svolto a distanza, anche da casa, in modalità telematica. | Per estensione, riferito a lavoratore la cui attività si presta a essere svolta a distanza. ◆ Lo smart working verrà incrementato nella Pubblica Amministrazione. "Il lavoro agile, o smart working, si è rivelato uno strumento chiave nel periodo cruciale dell'emergenza sanitaria" e "a regime intendo incrementare il ricorso al lavoro agile non solo aumentando la percentuale minima del personale, che ricordo a norma vigente essere pari al 10%, ma soprattutto prevedendo che ciascuna amministrazione, individuate le attività smartabili, attivi la modalità agile ad almeno la metà di esse". Lo ha annunciato il ministro della P.A., Fabiana Dadone, nel corso del Question time al Senato. (Askanews, 4 giugno 2020, Economia) • A fronte di una iniziale e sostanziale disponibilità ad accogliere la proposta di inserire tra le attività smartabili anche quelle di tali uffici, in chiusura della riunione i sindacati hanno dovuto riscontrare una «inspiegabile» marcia indietro dell’amministrazione sul punto avendo la stessa comunicato l’avvenuta eliminazione di tali attività dall’elenco di quelle smartabili. (Dubbio.news, 26 settembre 2020, Carcere) • Termini figli della pandemia, che ha unito tutto il mondo contribuendo a fondere lingue diverse e facendo storcere il naso ai puristi dell’italiano. Se da una parte c’è qualcuno che proprio non sopporta termini come “smartabile” (dicesi di lavoro o attività, che può essere effettuato a distanza con l’ausilio di strumenti informatici), dall’altro c’è chi difende l’uso comune della lingua. Come la glottologa Biancamaria Gismondi, responsabile lessicografica dei dizionari Le Monnier (da cui il Devoto-Oli, il Devotino etc), che ad HuffPost spiega: ”Ambiamo a descrivere la lingua, non a prescrivere o a dettare norme”. (Ilaria Betti, Huffingtonpost.it, 13 ottobre 2021, Cultura) • [tit.] Quali sono le attività più efficacemente smartabili? [sommario] Wall Street Italia affronta il tema delle attività considerate «smartabili», che non richiedono la costante presenza fisica in ufficio e possono essere efficaci anche, se non di più, in modalità da remoto. (Lavorasmart.Emilia-Romagna.it, 3 ottobre 2022, Domande & Risposte) • Se infatti è abbastanza facile far lavorare da casa un lavoratore “smartabile”, non lo è far lavorare da remoto un insegnante, che andrebbe sostituito con un collega che lavori in presenza al posto suo. Poiché la legge di Bilancio non ha stanziato risorse per far fronte a queste esigenze, è estremamente probabile che molti lavoratori siano posti di fronte al dilemma di tornare in ufficio, rischiando contagi che danneggerebbero il loro precario stato di salute, o doversi mettere in malattia per periodi lunghi, esponendosi, con il passare dei mesi, al licenziamento. (Rosaria Amato, Repubblica.it, 5 gennaio 2024, A&F Economia).
Da smart (come forma accorciata, nella lingua corrente, del s. m. smart working) con l’aggiunta del suffisso -(a)bile.