steampunk s. m. Corrente narrativa che introduce, non di rado con ironia, elementi di fantascienza o fantasy all’interno di scenari storici reali o fittizi, nei quali si immagina che la civiltà tecnologica si sia sviluppata restando esclusivamente ancorata alle macchine meccaniche alimentate a vapore. | Usato spesso in funzione di agg. sempre posposto. | In un’accezione più generica, chi, che presenta una mescolanza di tecnologie avanzate e caratteristiche storiche, sociali, culturali proprie di periodi o ambienti più antichi o meno progrediti. ♦ "Per mostrare il potere della tecnologia non occorre ambientare un film nel futuro" ha detto il regista. Per ricostruire con esattezza il "mondo del vapore" Otomo si è recato a Londra dove ha visitato il Museo della Scienza e quello dei Trasporti, ha preso nota di ogni dettaglio ma poi, per sua stessa ammissione, ha lasciato correre la sua immaginazione creando un universo "steampunk", quel genere narrativo che ambienta le sue storie nell'Inghilterra ottocentesca con una varietà di congegni e apparecchiature meccaniche di pura fantasia. (Lia Celi, Repubblica.it, 2 giugno 2005, Spettacoli e Cultura) • Da ricordare, poi, i due film diretti da Guy Ritchie, con Robert Downey Jr. e Jude Law nei panni della coppia, fra accelerazioni adrenaliniche del montaggio ed una tecnologia ottocentesca fantascientifica, di tipo steampunk. (Enzo Verrengia, Unità, 23 settembre 2012, p. 24, U:Culture) • Il garage dell'attore [Brad Pitt] è fornito di Ducati, Triumph e Harley personalizzate, alcune sfoggiate anche nei suoi film, come «Il curioso caso di Benjamin Buttom». La moto bergamasca è perfettamente funzionante e ricorda lo stile steampunk, tra antico e moderno, sulla scia della pellicola «La leggenda degli uomini straordinari». (Rosanna Scardi, Corriere della sera, 12 agosto 2017, Bergamo, p. 11, Tempo Libero) • Megalopoli predatrici in movimento e piccole città mobili (tutte chiamate 'trazioniste'), in un mondo, tra conquiste e deportazioni, sempre più spogliato di risorse; società classiste nelle quali i reperti 'archeologici', dai vecchi smartphone ai Minions, sono nei musei ma acquistano valore solo quelli che permettono di costruire nuove armi. È il futuro steampunk (basato su un mix in costumi e ambientazioni, di tecnologia futuristica e elementi del passato), del 3718, raccontato da Macchine mortali di Cristian Rivers, in sala dal 13 dicembre con Universal. (Francesca Pierleoni, Ansa.it, 13 dicembre 2018, Cultura/Cinema) • [tit.] Allucinazioni da un futuro passato: ‘Povere creature!’ rilancia l’estetica steampunk [sommario] Tecnologia a vapore mischiata a elementi fantastici, costumi pseudo-vittoriani intrecciati con la moda contemporanea. Il film di cui tutti parlano è anche un nuovo tuffo nel mondo inventato da H.G. Wells & Co. (RollingStone.it, 8 febbraio 2024, Cinema & TV) • Steampunk è una parola composta che in inglese suona letteralmente come "vapore da due soldi" ma che rimanda subito alla cultura giovanile punk, che dalla fine degli Anni '70 oltre a essere un fenomeno di moda si è interrogata proprio sul tema del futuro. Così, se il cyberpunk immagina un domani ipertecnologico e digitale, per lo steampunk tutto è fermo alla fine dell'Ottocento, l'epoca della regina Vittoria d'Inghilterra. Ma la mancata scoperta dell'energia elettrica o del motore a scoppio, secondo questo movimento culturale, non avrebbe fermato il progresso. Semplicemente, molti aspetti della modernità, dai trasporti al computer, si immaginano funzionare grazie al vapore. (Focus.it, 16 febbraio 2024, Cultura).
Dall’ingl. steampunk, a sua volta composto dal s. steam (‘vapore’, con riferimento in particolare all’energia meccanica che è in grado di produrre) e dall’ agg. e s. punk, sul modello di cyberpunk. Un’attestazione più remota nel mensile «Tuttolibri», gennaio 1992, p. 10: «Da notare invece la latitanza di racconti del tanto acclamato genere «cyberpunk» alla William Gibson (il suo romanzo Neuromante si affermò nell'85 all'Hugo). Forse perché, dicono gli esperti, il filone si sta inaridendo. Lo stesso Gibson fa il pentito. Abbandona il futuro alla Blade Runner per rituffarsi nell'Inghilterra vittoriana con una fantasia su Babbage, inventore di un primitivo calcolatore, inaugurando lo «steampunk», dove il cyborg è sostituito dal vapore delle prime macchine».
Il genere steampunk diventò relativamente famoso dopo la pubblicazione del romanzo The different engine (1990; 1992 in Italia, con il titolo La macchina della realtà), scritto a quattro mani da William Gibson e Bruce Sterling. Altri autori, però, avevano già dato prove del genere negli anni immediatamente precedenti. Secondo wordspy.com, la prima attestazione in lingua inglese del termine è reperibile nel saggio di Michael Berry intitolato Wacko Victorian Fantasy Follows 'Cyberpunk' Mold, pubblicato in «The San Francisco Chronicle», 25 giugno 1987.