transfemminismo s. m. Espressione del femminismo degli inizi del terzo millennio che, rispetto a quelle storiche degli anni Sessanta e Settanta del Novecento, rifiuta il binarismo di genere e, a partire dalle esperienze e dalle posizioni politiche dei movimenti delle donne trans, accoglie come proprie le lotte di liberazione contro il patriarcato espresse da soggettività diverse, note e nuove. ◆ Una parola è stata quindi messa in circolo per rispondere all’esigenza di trovare nuove espressioni linguistiche per dire nuove forme di esperienza e nuovi modi di abitare gli spazi di conflitto. “Transfemminismo” è un termine che la possibilità comunicativa e politica di significare un diverso modo del femminismo di stare in relazione innanzitutto con sé stesso. Esso indica, in un senso, un percorso di attraversamento dei femminismi e si assume, in un altro senso, come un movimento in divenire che assorbe le trasformazioni del suo presente e delle soggettività che lo attraversano facendone le condizioni del proprio rinnovamento. (Sara De Falco, Diotimafilosofe.it, “Per amore del mondo”, n° 15, 2017/2018) • Il transfemminismo è prima di tutto un movimento fatto da e per le donne trans che riconoscono che la propria liberazione è intrinsecamente legata alla liberazione di tutte le altre donne, e delle altre soggettività. È, infatti, un movimento aperto alle persone queer, intersex, agli uomini trans, alle donne non-trans, agli uomini non-trans e a tutt* coloro che siano solidal* nei confronti dei bisogni delle donne trans, e che considerino l’alleanza con le donne trans come una parte essenziale della loro stessa liberazione. Storicamente, gli uomini trans hanno dato un contributo maggiore al femminismo rispetto alle donne trans. Crediamo sia imperativo che più donne trans inizino a partecipare al movimento femminista a fianco di tutt* le/gli altr*, per realizzare la nostra liberazione. (Feminoska, Lesbitcheswordpress.com, 13 luglio 2018, Manifesto transfemminista) • L'avevano preparata prima che le scuole tornassero in Dad, la mostrano con un video: è la performance delle studentesse (e due ragazzi) dell'istituto Mattei di San Lazzaro (Bologna) per la Giornata contro la violenza alle donne. Indossano scarpe rosse, le colorano, mettono vestiti e borse dello stesso colore o fucsia, srotolano gli striscioni "Transfemminismo" e "Non una di meno". Una installazione e azione collettiva a cura del gruppo di lavoro Progetto uguaglianza – con cinque docenti – per riflettere sui temi della violenza contro le donne e sugli stereotipi di genere. (Linda Rigotti, Repubblica.it, 25 novembre 2020, Video/Bologna) • Valentina Gastaldi, studentessa di 22 anni all'università di Bologna, osserva: «Sull'ambiente qualcosa sta cambiando, ma si sta andando veramente troppo piano rispetto all'urgenza». Chi voterà? «Verdi Sinistra, gli unici che hanno un programma decente su queste cose. Anche se sono vicina a Possibile (la formazione di Civati, anche loro nella coalizione, ndr): parlano di transfemminismo, gli unici davvero a usare questi concetti». (Thomas Bendinelli, Corriere della sera, 24 settembre 2022, p. 3, Primo piano) • Una scuola resa permeabile al transfemminismo attraverso un’educazione sessuale e affettiva volta alla consapevolezza del ruolo determinante che la sessualità svolge nella vita di relazione, potrebbe e dovrebbe promuovere un’alleanza liberatoria collettiva, un’emancipazione generale e personale di tutt* e di ciascun*. (Francesca Romana Recchia Luciani, Manifesto.it, 16 settembre 2023, Alias) • Il transfemminismo rivendica quindi la necessità di unire le lotte senza dare la priorità ad una in particolare. Questo non vuol dire appropriarsi delle lotte dell* altr*, che magari non conosciamo, ma anzi dar voce proprio a chi quell’oppressione la vive ogni giorno, e porsi in ascolto senza salire su di un piedistallo. Di conseguenza, non esiste una forma di lotta contro il patriarcato che non sia transfemminista, come non esiste una pratica che renda una persona un* transfemminista migliore di un altr*. La rete che si crea di conseguenza permette di comprendere sfaccettature complesse di questioni per le quali lottiamo (ad esempio violenza di genere, aborto, diritti delle persone transgender, delle persone disabili o migranti) e aiuta ogni persona a non sentirsi isolata nella sua battaglia per i propri diritti, senza che questo comporti la scissione di aspetti che la interessano. (Scilla Dylan, T-magazine.it, 4 marzo 2024, Post).
La parola ricalca l’ingl. transfeminism, a sua volta composta dal prefisso/confisso trans- (nella duplice valenza di ‘oltre’ e di ‘transessuale’) e dal s. feminism. La parola transfeminism è stata coniata dall’attivista e studiosa Emi Koyama (cfr. The Transfeminist Manifesto, 26 luglio 2001, Copyright © 2001 www.eminism.org / Emi Koyama. All Rights Reserved). Transfemminismo in it. è già attestato nel quotidiano on line Repubblica.it 25 ottobre 2014, Musica (Giuseppe Videtti).