vaiolo delle scimmie loc. s.le m. Malattia virale, affine al vaiolo umano, causata dal poxvirus che colpisce animali selvatici (in particolare piccoli roditori e scoiattoli) presenti nelle foreste pluviali africane, che è in grado di trasmettersi anche agli umani, nei quali determina la comparsa di sintomi come brividi, febbre, cefalea, dolori muscolari, pesante affaticamento ed eruzioni cutanee diffuse; monkeypox. ♦ Se poi, come è stato ventilato dalle autorità sanitarie si tratta di un pox-virus o para-pox ecco che ci si trova di fronte a un virus simile a quello umano di cui sono state descritte varie forme: le più comuni sono la «Monkey-pox» o vaiolo delle scimmie e la «white-pox» che origina da alcuni roditori. Sono forme tipiche delle zone tropicali, ma delle quali non si conoscono bene le origini. (Vittorio Massari, Corriere della sera, 24 aprile 1980, Informazione/Milano, p. 6) • Dopo Ebola e il Vaiolo sarebbero tre, a quel punto, i virus micidiali che l’uomo conserva in laboratorio, aumentando i rischi di una fuga. Non a caso, l’Organizzazione mondiale della sanità ha già deciso la distruzione del virus del vaiolo. Ma non mancano coloro che ritengono invece che sia meglio correre il rischio e tenersi i virus, per poterli studiare ed essere pronti ad un loro ritorno. Non a caso, quindi, la distruzione del virus del vaiolo viene continuamente rimandata ed ora potrebbe essere messa in forse alla scoperta, avvenuta nello Zaire a marzo di quest’anno, di un vaiolo delle scimmie che potrebbe essere trasmissibile da uomo a uomo (e non solo, come è ora, da scimmia a uomo). (Romeo Bassoli, Unità, 8 ottobre 1997, Unitàdue, p. 18) • Allarme negli Usa per un'epidemia di "vaiolo delle scimmie", una malattia mortale che finora era conosciuta solo nell' Africa centrale e occidentale. Almeno 19 persone, tra Wisconsin, Illinois e Indiana, sono state colpite dalla malattia. È la prima volta che la malattia viene registrata nell' emisfero occidentale. Gli ammalati avrebbero contratto il virus da un roditore conosciuto come "cane delle praterie" che negli ultimi anni si è diffuso nelle case americane come animale domestico. (Repubblica, 9 giugno 2003, p. 20, Cronaca) • Lo scorso agosto un team di ricercatori dell’UCLA ha presentato alla comunità scientifica internazionale gli inquietanti risultati di uno studio secondo il quale la fine delle vaccinazioni antivaiolose nei paesi africani, ha coinciso con un esponenziale aumento di casi vaiolo delle scimmie, una malattia esotica provocata da un virus del genere Orthopoxvirus, simile al Variola (il virus del vaiolo) e al Vaccinia (il virus utilizzato nel vaccino del vaiolo). Questa malattia causa gravi eruzioni cutanee, febbre, dolori di testa e, nei casi più gravi, cecità e morte. Al momento non è curabile: a dispetto del nome, si contrae dalle principalmente dai roditori e chi ne è colpito può solo sperare di sopravvivere. La più grave epidemia recente si è registrata in Congo nel 1997. (Focus.it, 20 aprile 2011, Scienze) • Attenzione ma non allarme. Parola dell'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) Si stanno moltiplicando i casi di Vaiolo delle scimmie in Europa e il primo è stato individuato anche in Italia: un uomo rientrato dalle isole Canarie e attualmente ricoverato allo Spallanzani di Roma. Ma oltre ai sintomi e le terapie perché questa malattia che colpisce l'uomo si chiama Vaiolo delle scimmie? Il nome si deve alla prima scoperta del virus. Il monkey pox (questo il nome scientifico del virus) si chiama così perché per la prima volta è stato scoperto nel 1958 in alcune scimmie da laboratorio, questa rara patologia ciclicamente presente in numerose zone dell’Africa occidentale e centrale può però colpire anche altri animali, come roditori, topi, scoiattoli e conigli. Ma la malattia può anche essere diffusa attraverso il contatto diretto con lesioni della pelle oppure dalla tosse e dagli starnuti di qualcuno che presenta un'eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie. (Giorno.it, 19 maggio 2022, Cronaca).
Composto dal s. m. vaiolo, dalla preposizione articolata delle e dal s. f. pl. scimmie.