neoclassicismo
s. m. [der. di neoclassico]. – 1. Movimento artistico e culturale manifestatosi in Europa a partire dalla seconda metà del sec. 18° per reazione al barocco e al rococò, caratterizzato dal ritorno alle forme classiche assunte come norma ed esempio di perfezione, dalla ricerca teorica di un fondamento razionale del bello e da una appassionata, metodica indagine storica delle fonti classiche; ha conseguito i suoi risultati più alti in architettura, scultura (con l’opera di A. Canova e della sua scuola), pittura, letteratura (in Italia con l’opera di V. Monti) e nella critica d’arte, ma ha trovato espressioni significative anche nella creazione di oggetti d’uso, nella moda, nell’arredamento (per es., lo stile «Impero» dell’età napoleonica). 2. Nel linguaggio della critica contemporanea: a. La tendenza letteraria che ha fatto capo alla rivista La Ronda, per il suo richiamo, sull’esempio dei classici (soprattutto del Leopardi), alla misura e al decoro formali, dopo lo sperimentalismo avanguardistico dei futuristi, l’impressionismo dei vociani e altre esperienze «anticlassiche». b. Indirizzo estetico-musicale, sviluppatosi particolarm. in Francia e in Italia nel periodo fra la prima e la seconda guerra mondiale, che riprende con sensibilità moderna i moduli stilistici e formali della musica classica e pre-classica.