neoeversione
s. f. Riproposizione di forme di lotta eversiva. ◆ «In Friuli – lancia l’allarme il Pm [Guido Papalia] – abitano i cervelli della neoeversione. Un gruppo di notevole spessore, una struttura che coincide con gli Nta e che non dobbiamo sottovalutare». (Giornale, 13 agosto 2001, p. 7, Interni) • la partita che si sta giocando è anche semantica, concettuale, ideologica: i media schierati con l’Unione (cioè quasi tutti) hanno già fatto la loro scelta lessicale. I tassisti sono la neoeversione da demonizzare, sono populisti, hanno tatuaggi che rievocano parole d’ordine del Ventennio. E la manifestazione di ieri nella Capitale è stata presentata come una «marcia su Roma» e accolta a Palazzo Chigi e prima a piazza Venezia da poliziotti in tenuta anti-sommossa. (Annalisa Terranova, Secolo d’Italia, 6 luglio 2006, p. 1, Prima pagina).
Composto dal confisso neo- aggiunto al s. f. eversione.