neoleader
(neo-leader), s. m. inv. Capo, guida di nomina recente. ◆ a meno che il Cinese neoleader di Aprile non smorzi i toni (oggi alla convenzione tocca a lui, poi chiuderà il segretario), c’è chi, fra i Ds, pensa che la scissione, come sostiene anche il filosofo della Margherita, Massimo Cacciari, possa essere il minore dei mali. (Alberto Annichiarico, Stampa, 6 aprile 2003, Milano, p. 3) • Vittorio Merloni ha guidato la Confindustria in anni difficili, dall’80 all’84. E oggi non nasconde un sorriso soddisfatto ricordando che nei giorni scorsi «il neoleader degli industriali, Luca [Cordero] di Montezemolo, nel discorso di investitura ha rivolto un appello all’orgoglio e alle responsabilità da parte di chi, come noi, ha ricevuto molto dal Paese e ora dev’essere pronto a restituire qualcosa». (Sergio Bocconi, Corriere della sera, 3 maggio 2004, p. 9, Politica) • Dopo il no di Silvio Berlusconi al dialogo con la maggioranza, interviene il neo-leader del Partito democratico Walter Veltroni. Il quale avverte: «Penso che andare a far precipitare la situazione, come mi sembra essere intenzione del capo dell’opposizione, sia un proposito non responsabile nei confronti del Paese». (Giuseppe Petrocelli, Campanile, 20 ottobre 2007, p. 2).
Dall’ingl. neoleader.
Già attestato nella Repubblica del 25 gennaio 1987, p. 51 (Massimo Fabbri).