neoplasticismo
s. m. [comp. di neo- e plasticismo]. – Corrente artistica olandese nata nel 1916 con la formazione del gruppo De Stijl, che si proponeva, superando le posizioni cubiste, una assoluta razionalità e purezza formale, nell’armonica equivalenza compositiva di colori puri (rosso, azzurro, giallo) e di non-colore (nero, bianco, grigio), e nell’uso esclusivo dell’angolo retto. Oltre che in pittura e scultura, il neoplasticismo esercitò grande influenza nell’architettura, caratterizzata dall’uso di piani o di elementi bidimensionali disposti e combinati tra loro in modo da rifiutare sempre (per es., mediante vetrate) la definizione «chiusa» dell’angolo retto.