neotelevisivo
(neo-televisivo), agg. Proprio di un nuovo modo di comunicare attraverso la televisione. ◆ nel grande ideologismo di [Silvio] Berlusconi rientra un intero catalogo di idiosincrasie. L’insofferenza per l’euro «di [Romano] Prodi», che impedisce le svalutazioni competitive; i giornalisti per l’80 per cento di sinistra; i giornali che nessuna massaia legge; un senso comune che si riflette in espressioni neotelevisive come «i nostri ragazzi» per dire le forze dell’ordine o le vittime di Nassiriya; (Edmondo Berselli, Repubblica, 24 febbraio 2004, p. 7, Politica e Televisione) • «Quote rosa» o gallinaio? Aspra battaglia politica o trash neotelevisivo? Il vivace scambio di opinioni (e di mozioni parlamentari) che ha impegnato tre autorevolissime donne diessine – Anna Serafini, Anna Finocchiaro e Livia Turco – pare un remake dell’epica rissa fra Aida Yespica, Antonella Elia e Patrizia Pellegrino sulla spiaggia dell’«Isola dei famosi». (Fabrizio Rondolino, Stampa, 1° dicembre 2006, p. 13, Interno) • L’esperienza spettacolarizzata della interiorità si trasforma spesso in esibizione di intimità insignificanti perché senza esperienza. I formati di partecipazione alla generale sinergia e promiscuità dei rapporti possono quindi dare nausea e persino allergia. Che dopo il sublime, il disgusto dell’indecenza psichica nel regime della banalità neo-televisiva diventi la nostra nuova emozione estetica? (Paolo Fabbri, Repubblica, 18 maggio 2007, p. 54, Diario).
Composto dal confisso neo- aggiunto all’agg. televisivo.
Già attestato nella Repubblica del 12 luglio 1988, p. 25, Spettacoli (Alberto Farassino), nella variante grafica neo-televisivo.