nero1
néro1 agg. [lat. nĭger -gra -grum: v. negro]. – 1. a. Nel linguaggio scient., è detto nero un corpo che assorbe integralmente la radiazione luminosa che lo investe (al contrario di un corpo bianco, il quale riemette la radiazione visibile che lo investe senza alterarne la composizione cromatica); il termine qualifica inoltre la sensazione visiva che tale corpo provoca. In partic., in fisica, corpo n., estensione del concetto di corpo nero dell’ottica visiva, e precisamente corpo che assorbe completamente tutte le radiazioni elettromagnetiche (quindi non soltanto luminose, ma anche radio, termiche, ultraviolette, X e gamma) che lo colpiscono ed è anche capace di emettere tutte queste radiazioni con un’intensità che dipende dalla frequenza della radiazione e dalla temperatura del corpo, ma non dalla natura di esso (emissione, o radiazione, di c. nero), secondo una relazione universale detta legge del c. nero. b. Nell’uso com., si parla correntemente di colore n. di un corpo (o si qualifica come nero l’oggetto), distinguendo spesso varietà e gradazioni: una stoffa n.; borsa, scarpe di cuoio n.; inchiostro n.; occhi, capelli n. (n. morati, n. corvini); gatto, cane, cavallo n.; Che non è nero ancora e ’l bianco more (Dante); in tipografia, carattere n. (o più spesso nero s. m.), il neretto o grassetto. In similitudini: n. come il carbone, come la pece, come la notte; Un corsier nero nitrì: Nero come un corbo vecchio, E ne gli occhi avea carboni (Carducci). c. Può indicare semplicemente colore scuro, in contrapp. con chiaro o bianco: occhiali n., con lenti affumicate per difendere dalla luce eccessiva (o quelli, con lenti molto scure, portati talora dai non vedenti); pane n., pane integrale; vino n. (in contrapp. a vino bianco), ottenuto con uve scure (dette anche uve nere), e, in usi region., sinon. di vino rosso; caffè n., senza latte; cielo n., coperto di nuvole scure minacciose di pioggia; nuvole n. si addensavano all’orizzonte (anche fig., di situazione che si fa minacciosa); si vede venire avanti un tempo n., e s’aspetta la grandine (Manzoni). Di popolazione che ha la pelle scura (per l’alternanza di negro e nero in questa accezione, e nell’uso sostantivato con riferimento ai singoli individui, v. negro nel sign. 2); la razza n. (per estens., il continente n., l’Africa); analogam., essere n., diventare n., molto abbronzato dal sole. d. Talvolta, nell’uso fam., con il sign. di sudicio, sporco: guarda che mani n.: corri a lavartele!; aveva la faccia n. come uno spazzacamino; come mai è così n. quest’acqua? e. In senso proprio, l’uso del colore nero simboleggia l’infelicità, il dolore (e di qui alcuni degli usi fig. che seguono): mi torna a mente il costume di quei barbari, che per ciascun giorno infelice della loro vita, gittavano in un turcasso una pietruzza n. e per ogni dì felice una bianca (Leopardi); e ancor oggi il nero è, in molti paesi, segno di lutto: mettere l’abito n.; chiesa addobbata con paramenti neri. 2. fig. a. Doloroso, pieno d’angoscia e d’afflizione: Ch’io chiuda questi dì sì neri e tristi (Bembo); Lucia tornava a dipinger co’ più vivi colori quella notte, la desolazione così n., e la liberazione così impreveduta (Manzoni); una giornata n., piena di avvenimenti non lieti o di contrarietà; vivere nella più n. miseria, in condizioni di estrema indigenza; vedere tutto n., essere pessimista. In altri casi indica malinconia, stizza, irritazione: essere d’umore n., irritato, di pessimo umore (la locuz. è originariamente connessa con le concezioni della medicina antica intorno ai quattro umori del corpo, per cui v. atrabile e malinconia), e con sign. simile anche essere n. in volto, o assol. essere nero; avere idee n., pensieri n.; Mena aveva spesso il cuore n. mentre tesseva (Verga). b. Di persona che ha la coscienza macchiata da gravi colpe: è un’anima n.; anche dei dannati all’inferno e dell’inferno stesso: ei son tra l’anime più nere; Diverse colpe giù li grava al fondo (Dante); e angeli neri, neri cherubini, sono detti da Dante (Inf. XXIII, 131; XXVII, 113) i diavoli; nell’uso com., non facciamo il diavolo più n. di quanto non sia, invito a non essere pessimisti più del necessario. Con sign. affine, di comportamento moralmente riprovevole: dimostrare la più n. ingratitudine. 3. Con riferimento al colore nero assunto (o attribuito), in varie epoche storiche, a insegna e simbolo di partiti, tendenze o correnti politiche e ideologiche: a. Clericale, di idee o simpatie clericali: l’aristocrazia n., la nobiltà n., legata agli ambienti ecclesiastici, soprattutto a Roma dopo il 1870. Per estens., il termine (che inizialmente alludeva al colore nero dell’abito dei preti) passò anche a significare atteggiamenti e comportamenti reazionarî, conservatori, avversi alle riforme o alle innovazioni: s’è imparentato con una famiglia cattolica n. tra le più nere (Pirandello). b. Appartenente o relativo a organizzazioni fasciste (in quanto caratterizzate dall’adozione della camicia nera): le brigate n.; fiamme n., distintivo della milizia volontaria fascista (ma, prima, degli arditi); o anche neofasciste: terrorismo n.; trame nere. c. Come termine storico, riferito alle fazioni comunali in Firenze e in altre città (v. nero2, n. 5 a): i sostenitori di parte nera. 4. Locuz. particolari, con varî sign.: bestia n., di cosa o persona odiata o temuta (v. bestia, n. 4); borsa n. o mercato n., vendita fatta di nascosto, clandestinamente (v. mercato, n. 2 c); analogam., toto n., nel linguaggio giornalistico, gioco del totocalcio clandestino; buchi n., in astrofisica, v. buco2, n. 6; cronaca n., relativa a fatti delittuosi, suicidî, e sim.; fondi n., v. fondo3, n. 2 a; lavoro n., v. lavoro, n. 1 d; lista n., v. lista, n. 2 h; libro n., registro o sim. in cui sono segnati i nomi di persone ritenute pericolose o ostili (anche fig.: l’ha segnato sul libro n., lo considera nemico); magia n., v. magia; mano n., v. manonera; messa n., v. messa1, n. 3; oro n., nome con cui si indica talvolta il petrolio (meno spesso il caucciù), per il suo alto valore commerciale; pecora n., v. pecora; pozzo n., vasca interrata, detta anche bottino, per la raccolta delle acque di rifiuto. In apicoltura, mal n. (o mal della foresta), malattia dell’ape adulta (dovuta forse a particolare alimentazione) che compare in primavera e si manifesta con depilamento del torace e dell’addome che assumono di conseguenza un color bruno lucente. 5. In numismatica, era detta anticam. nera la moneta d’argento erosa o comunque contenente minor quantità di fino del previsto. ◆ Dim. nerétto (per accezioni partic., come agg. e s. m., v. neretto), nerettino, nerino, rari nerèllo e nerellino.