nevicare
(ant. o region. nevigare) v. intr. impers. [lat. *nivicare, frequent. del raro nivĕre «nevicare» (per il class. ningĕre)] (névica, ecc.; aus. essere o avere). – 1. Scendere, cadere dal cielo, detto della neve: nevicava fitto fitto, a fiocchi leggeri, a larghe falde; comincia a n.; ha smesso di n.; è (o ha) nevicato tutta la notte; prov. tosc., non nevica e non diaccia che il sol non la disfaccia, non c’è male a cui non ci sia rimedio (soprattutto nell’àmbito degli affetti). 2. Usi fig. o poet.: a. Fam. e scherz., imbiancarsi dei capelli: comincia già a n., eh! b. Con uso personale, poet., far cadere, cioè scuotere da sé, la neve: Il vento soffia e nevica la frasca (Pascoli); o cadere a somiglianza di neve: Sangue e piuma dal ciel neviga e piove (Caro). E come trans., con compl. oggetto, spargere lievemente: le Pomone da le sporte Nevicano giacinti su le pietre Umide e gialle (Govoni). ◆ Part. pass. nevicato, anche come agg., con accezione partic. (v. nevicato).