nido
s. m. [lat. nīdus, da una radice indoeuropea *ni-zdo- (formata con il preverbio ni-, che indica movimento dall’alto in basso, e una voce affine a sedeo «sedere»), largamente rappresentata anche nelle lingue germaniche e slave]. – 1. a. Piccolo ricovero di forme e dimensioni varie, che gli uccelli si costruiscono per covare le uova e allevare i piccoli, sia fabbricandolo con terra, rami e fuscelli intrecciati, sia utilizzando cavità e ripari naturali che poi rivestono internamente con piume, paglia, muschio, lana o altro materiale morbido: un n. di passero, di sparviero, di aquila; n. di rondine, il nido della salangana, che si trova sulle rocce in India e Malesia, fabbricato con una secrezione schiumosa delle ghiandole salivari che si rapprende all’aria (e costituisce un raffinato piatto della cucina cinese); uccello di n., che sta ancora nel nido, incapace di volare. Fare nido o, più spesso, fare il n., costruirlo (o avere l’abitudine di costruirlo in un determinato modo o luogo): una rondine ha fatto il n. sotto il tetto di casa nostra; le cicogne fanno il n. sugli alberi o sui comignoli delle case; estens., dimorare, fermarsi più o meno stabilmente in un luogo: i tuoi amici non penseranno per caso di fare (o farsi) il n. in casa nostra?; trasferito temporaneamente a Lucca, la città gli era piaciuta e vi aveva fatto il nido. Prov., a ogni uccello il suo n. è bello, ogni uccello ama il suo nido, e fig. ogni uomo ama la sua casa, il suo paese natale. b. N. artificiali: dispositivi con i quali si inducono gli uccelli a nidificare in condizioni a loro favorevoli; i più comuni sono costituiti da tronchetti di legno scavati, con apertura rotonda e tetto di legno, che vengono appesi agli alberi o agli edifici dove si vuole che gli uccelli vadano a nidificare. c. estens. Ricovero di altri animali, luogo dove essi depongono le uova e si raccolgono in buon numero: un n. di topi; nidi di api, di vespe; talvolta sinon. di covo: un n. di serpi. d. In apicoltura, la parte inferiore dell’arnia delle api, detta anche camera di covata, con circa 12 telai posti verticalmente, che sostengono i favi, e un fondo mobile. e. Per metonimia, gli uccellini stessi che si trovino in un nido, o gli animali che vivano in un covo o in altra loro sede: Come vien Progne [= la rondine] al suo loquace n. (Ariosto); distruggere, disperdere un n. di topi, di vespe, di serpi. Per la stessa figura di metonimia, è chiamata poeticamente da Dante nido di Leda (Par. XXVII, 98) la costellazione dei Gemelli, cioè di Castore e Polluce (i Dioscuri) nati da Leda e da Giove congiuntosi con lei in forma di cigno. 2. fig. a. Il luogo dove si vive o si è vissuto, quindi in genere, con tono affettivo, la casa o la patria: dolce, intimo n.; lasciare, abbandonare il n.; tornare al proprio n.; Non è questo il mio nido Ove nudrito fui sì dolcemente? (Petrarca). In partic., la casa (spec. se piccola) dove abitano o si apprestano ad andare ad abitare giovani coppie: si sposeranno fra tre mesi e stanno già preparando il loro n., o, più leziosamente, il loro n. d’amore. b. Luogo dove trovano ricovero o dove si raccolgono persone disoneste, malvagie o per qualche motivo ritenute pericolose (sinon. meno com. di covo): in quel tratto di costa i pirati avevano il loro n.; una fabbrica abbandonata, divenuta nido di fuorilegge; un n. di ladri, di malviventi, di terroristi; un n. di tradimenti, di empietà; quando Fu fatto il n. di malizia tanta (Dante). Anche, per metonimia, le persone che in quei luoghi si radunano: disperdere un n. di delinquenti (e così nelle espressioni fig. un n. di vipere, di serpenti, e sim.). c. poet. Il luogo reale o figurato nel quale qualche cosa si trova, risiede, giace: forse è nato Chi l’uno e l’altro caccerà del n. (Dante), toglierà a Guido Guinizzelli e a Guido Cavalcanti la «gloria della lingua». d. Talora con riferimento a persona che chiuda in sé (o che si ritiene chiudere in sé) propositi o sentimenti particolari (sia positivi sia negativi), in espressioni quali essere un n. d’ogni virtù, essere un n. di vizî, di pensieri nefandi, di menzogne e tradimenti, e sim. 3. Asilo nido: istituzione (chiamata anche, non più però nell’uso ufficiale, nido d’infanzia) che accoglie, per alcune ore del giorno, bambini fino ai tre anni, prestando loro l’assistenza e l’alimentazione necessarie; gli asili nido possono essere pubblici, amministrati dal Comune, o privati, gestiti spesso da enti, istituti, fabbriche, ecc., per i figli dei proprî dipendenti. 4. Nome di un tipo di pasta da minestra, a striscioline lunghe e sottili, avvoltolate a formare un cestino somigliante a un nido d’uccelli: nidi all’uovo. 5. N. d’ape: a. Tessuto di cotone, usato soprattutto per asciugamani, che presenta nella superficie tante cellette quadrate o esagonali che ricordano quelle di un favo di api. È così chiamato anche un punto del lavoro a maglia con cui si ottiene un effetto simile, e un punto di ricamo a cellette rombiche schiacciate, che serve a fissare piccole arricciature. b. Tipo di avvolgimento per bobine di induttanza ad alta frequenza, in cui il filo è avvolto a zig-zag su una superficie cilindrica, in più strati sfalsati tra loro. c. Nella tecnica delle costruzioni (aeronautiche, meccaniche, ecc.), struttura a nido d’ape, quella formata da due o più fogli (in genere sottili lamiere metalliche o di plastica) tra i quali è incollata o saldata una serie di piccole celle affiancate di forma esagonale ottenute sagomando a semiesagono strisce sottili e incollandole poi tra di loro. 6. Nome di particolari apprestamenti militari: a. N. di gazza, nel sec. 17°, specie di trinceramento (o piccola piazza d’armi), creato su una breccia già occupata e dal quale si partiva per ulteriore attacco di una fortezza. b. N. di mitragliatrici, posizione, generalmente occultata, nella quale sono collocate delle mitragliatrici per assicurare, o comunque favorire, la difesa da attacchi nemici. 7. In botanica: a. N. di scricciolo, erba annua della famiglia ombrellifere (Bupleurum rotundifolium), comune nei campi, con foglie intere, ampie, perfogliate, così chiamata per l’involucro dell’infiorescenza a forma di piccolo nido. b. N. di uccello, nome di una orchidea (lat. scient. Neottia nidus-avis) così chiamata perché le sue radici carnose e attorcigliate hanno la forma di un nido: è una pianta di colore bruno-giallastro per la quasi totale assenza di clorofilla, priva di foglie e con una infiorescenza a spiga; vive nei boschi di latifoglie, soprattutto faggete, compiendo il suo ciclo riproduttivo sotto terra, ed è caratterizzata da nutrizione eterotrofa, resa possibile dalla simbiosi micorrizica. ◆ Dim. nidino, e più com. (dalla forma nidio) nidïétto (Pendono qua e là dalla corona [della quercia caduta] I nidïetti della primavera, Pascoli), nidiettino.