nipote
nipóte (letter. o pop. nepóte) s. m. e f. [lat. nĕpos -ōtis; cfr. nievo]. – Figlio del figlio o della figlia, oppure del fratello o della sorella (lo stesso nome esprime quindi due relazioni di parentela molto diverse, essendo nel primo caso l’ascendente il nonno o la nonna, nel secondo uno zio o una zia): il nonno festeggiava il suo compleanno circondato dai numerosi n.; i n. sono a pranzo dagli zii; mio n. o il mio n., mia n. o la mia n. (al sing., l’uso dell’art. davanti al possessivo è facoltativo, secondo preferenze regionali). Nell’uso com., anche il coniuge della nipote o del nipote; e, talora, il figlio (o la figlia) di un cugino o di una cugina di primo grado (con questo sign., si è usata anche l’espressione nipote cugino). Fig., ed esclusivam. al plur., i posteri, i discendenti; in questa accezione, è stata frequente, anticam., la forma letter. nepote: fino ai più tardi n.; i n. d’Adamo, gli uomini tutti, nel loro insieme. In Dante: Sì che vostr’arte a Dio quasi è nepote (Inf. XI, 105), l’arte è in certo modo figlia della natura che a sua volta è figlia di Dio. ◆ Dim. nipotino, nipote di piccola età (in senso fig., il pl. nipotini è talora usato con una connotazione spreg. per indicare i seguaci o emuli o epigoni di personaggi noti); pegg. nipotàccio (tutti e due con il rispettivo femm. in -a).