no-war
(no war), s. m. e f. e agg. Chi o che è contrario alla guerra. ◆ Diverse migliaia di manifestanti «no-global» e «no-war», forse 20.000 o 30.000, sono attese oggi a Gand in margine al vertice informale dei capi di Stato e di governo dell’Ue: sarà il primo grande appuntamento europeo per i movimenti anti-globalizzazione dopo il G8 di Genova, che ha rivolto gli occhi dell’opinione pubblica sui summit. (Stampa, 19 ottobre 2001, p. 5, Estero) • [tit.] I no war: «Via dall’Iraq? Non basta». [testo] Il punto è che i no war sono critici verso la politica estera dell’Unione, che loro vorrebbero «alternativa, che rifiuti le logiche liberiste e costruisca relazioni eque tra i popoli». (Manifesto, 14 febbraio 2006, p. 2) • Non c’è mai stata una grande manifestazione dei «no-war» contro il genocidio condotto dal Sudan nel Darfur, né per salvare qualche ceceno dalla repressione russa. (Renato Brunetta, Libero, 10 giugno 2007, p. 1, Prima pagina).
Espressione ingl. composta dall’avv. no e dal s. war (‘guerra’).
Già attestato nella Repubblica del 15 gennaio 1991, p. 25, Cronaca, nella variante grafica No war.