noli me tangere
‹... tànǧere› (lat. «non mi toccare»). – 1. Parole che, nel Vangelo di Giovanni (20, 17), Gesù risorto rivolge a Maria Maddalena; la frase prosegue: nondum enim ascendi ad Patrem meum «infatti non sono ancora salito al Padre mio», ed è interpretata come esortazione di Gesù alla Maddalena a non indagare, toccandolo, se egli dopo la risurrezione avesse ancora un corpo reale giacché, non essendo ancora risalito al Padre, il suo corpo non poteva non essere reale. La scena accennata da Giovanni è stata frequente soggetto di rappresentazione artistica: il «Noli me tangere» di Tiziano. Nel linguaggio com., la frase si ripete talvolta con riferimento a persona suscettibile, ombrosa, piena di sussiego, che non ammette scherzi e confidenze, oppure a donna che ostenta un’eccessiva riservatezza e ritrosia. 2. Con uso di s. f., altra denominazione dell’erba impaziente (Impatiens noli-tangere) e anche della sensitiva (Mimosa pudica).