non-nascita
(non nascita), s. f. Nascita mancata. ◆ Quando muore il cane della famiglia, l’orfano o il vedovo è il bambino più piccolo. Molto probabilmente (ma stiamo scendendo troppo in profondità, perciò mi fermo) il bambino in lutto per la morte del cane di famiglia è un bambino in lutto per la morte (o la non nascita) di un fratello. (Ferdinando Camon, Stampa, 2 agosto 1999, p. 14, Commenti) • Gli avvocati della coppia però avevano sostenuto che il risarcimento non era «congruo», non solo perché non mettendo Anna al corrente dei rischi il medico le aveva impedito la scelta dell’aborto, ma anche perché era stato violato «il diritto del feto a non nascere se non sano». Punto quest’ultimo respinto dai giudici di Piazza Cavour perché in base alle nostre leggi viene tutelato «il concepito e quindi l’evoluzione della gravidanza esclusivamente verso la nascita e non verso la non nascita, per cui se di diritto vuol parlarsi, deve parlarsi di diritto a nascere». In pratica la Suprema Corte nega che sia configurabile un diritto della persona nata con handicap «a non essere nata poiché non sana». (Maria Novella De Luca, Repubblica, 31 luglio 2004, p. 21, Cronaca) • Non serve arrivare alle vette di brutale sincerità del genetista australiano Grant Sutherland che, come racconta Melinda Tankard Reist, teorizza il «dovere» di abortire un figlio con la sindrome di Down, perché la sua non-nascita comporta un risparmio per la sanità pubblica pari a circa ottocentomila euro. (Nicoletta Tiliacos, Foglio, 3 giugno 2006, p. 2).
Derivato dal s. f. nascita con l’aggiunta del prefisso non-.
Già attestato nella Repubblica del 16 novembre 1988, p. 23, Cronaca (Franco Prattico).