non-politica
s. f. Indifferenza, fastidio o avversione per la politica; mancanza di efficacia e incisività della politica. ◆ L’inventore di Peppone e don Camillo oppone alla politica la «non-politica». Prende le mosse dall’impoliticità e da qui non si muove. (Foglio, 21 marzo 2000, p. 2) • È vero che ci vuole crescita economica, rispondono gli autori dello Stato dell’Unione: ma le politiche economiche europee agiscono al contrario come un freno, una mistura dagli effetti negativi per la combinazione di politiche monetarie (sempre pro-cicliche, perché delle non-politiche) e di politiche di bilancio, fiscali e sociali decentralizzate (nazionali), sottoposte alle leggi della concorrenza e determinate da regole come il Patto di stabilità. (Anna Maria Merlo, Manifesto, 3 febbraio 2005, p. 7, Politica) • L’America non ha la forza, né diplomatica né morale, di fermare questa scossa tellurica mediorientale. Le parole del portavoce di turno della Casa Bianca, Gordon Johndroe, rituali e ripetitive («le violenze devono essere fermate e i colloqui ripresi»), cadono nel vuoto che la non-politica mediorientale della presidenza americana ha creato, di cui il vertice di Annapolis è stato un tardivo placebo. (Paolo Garimberti, Repubblica, 3 marzo 2008, p. 1, Prima pagina).
Derivato dal s. f. politica con l’aggiunta del prefisso non-.
Già attestato nella Repubblica del 3 gennaio 1985, p. 3 (Enzo Cirillo), nella variante grafica non politica.