non profit
(o non-profit) ‹nòn pròfit› locuz. angloamer. [«senza scopo di lucro», comp. di non «non» e profit «guadagno, profitto»], usata in ital. come agg. e s. m. – Nel linguaggio econ., settore molto diffuso negli Stati Uniti, e da qualche anno in sensibile aumento anche in Italia a causa della crisi dello stato sociale, che include associazioni, fondazioni e istituzioni non lucrative, spesso strutturate come vere aziende, che abbiano un proprio patrimonio da utilizzare per attività socialmente utili (studî e ricerche in varî campi, tutela dei beni culturali e ambientali, servizî sociosanitarî, ecc.) e i cui profitti, anziché essere distribuiti ai membri dell’organizzazione, devono essere totalmente rinvestiti nell’attività da essa esercitata: il settore non profit, o assol. come s. m. il non-profit; organizzazioni, imprese non profit. Diffuso in ital. anche nella variante no profit (o no-profit), è detto anche terzo settore (angloamer. third sector) per distinguerlo dal settore privato in senso stretto (gli enti commerciali) e da quello pubblico. Pubblicità non profit, strumento di impegno sociale con messaggi relativi ad argomenti scottanti del momento (abusi sessuali, droga, AIDS, prostituzione, ecc.), realizzata senza commessa.