nonviolènza s. f. [calco sulla loc. ingl. non violence «non violenza», dal 1830 ca., poi nella forma univerbata nonviolence, adoperata da Mohandas Karamchand Gandhi a partire dal 1920]
, adoperata da Mohandas Karamchand Gandhi a partire dal 1920]. Rifiuto programmatico di ogni forma di violenza sia fisica sia psicologica proclamato e praticato come metodo di lotta politica e sociale, per principî sia religiosi, sia morali, civili e umanitarî: Della n. si può dare una definizione molto semplice: essa è la scelta di un modo di pensare e di agire che non sia oppressione o distruzione di qualsiasi essere vivente, e particolarmente di esseri umani (Aldo Capitini); la dottrina della n. di Gandhi nella lotta per l’indipendenza dell’India, fondata sulla resistenza passiva, sulla disobbedienza civile e sul boicottaggio; la n. come fondamento dell’azione di M. Luther King, nella lotta per i diritti civili della popolazione di colore negli Stati Uniti d’America; i gruppi radicali, i movimenti cattolici della nonviolenza.