nopartisan
(no-partisan), agg. inv. Che concerne l’interesse collettivo, non considerando gli schieramenti e le parti politiche. ◆ [Henry] Kissinger è entrato subito nei panni del presidente no-partisan telefonando al Segretario di Stato, Colin Powell, ai leader del Congresso di entrambi i partiti e rifacendosi alle indicazioni del presidente: «Siamo determinati a rovesciare ogni pietra per far emergere tutti i fatti, non abbiamo limiti d’azione e non ne accettiamo». Due le mine subito sul cammino dell’ex Segretario di Stato delle amministrazioni Nixon e Ford: la convocazione di [George W.] Bush come testimone e i rapporti fra Arabia Saudita e Al Qaeda. (Maurizio Molinari, Stampa, 28 novembre 2002, p. 11, Estero) • [Roberto] Poli è al suo secondo mandato all’Eni. […] Consulente dell’Iri di [Romano] Prodi e poi consigliere chiamato da [Carlo Azeglio] Ciampi per avviare le privatizzazioni, il governo Berlusconi lo vuole a capo dell’Eni nel 2002. Per i suoi rapporti, esclusivamente professionali, con il capo del governo e quello dell’opposizione qualcuno lo ha definito «bi-partisan»; forse è più corretto «no-partisan» a sottolinearne l’indipendenza. (Daniele Manca, Corriere della sera, 18 dicembre 2005, p. 29, Economia) • Di accordi trasversali in Parlamento è ormai impossibile parlare, su questioni complesse come la giustizia o la riforma della legge elettorale. Ma non sarebbe male se si riuscisse a ricucire uno straccio di dialogo almeno sui grandi temi dell’economia. In un Paese normale, crescita e sviluppo sono obiettivi nopartisan. (Massimo Giannini, Repubblica, 14 luglio 2008, Affari & Finanza, p. 1).
Dall’ingl. nopartisan, a sua volta composto dall’avv. no e dal s. e agg. partisan (‘fautore, di parte’).