nota
nòta s. f. [dal lat. nŏta «segno, contrassegno, marchio, ecc.», di etimo oscuro, non essendo possibile, per la brevità della ŏ, una connessione con nōsco «conoscere» e nōmen «nome»]. – 1. a. Segno grafico, parola o breve frase che serve a ricordare o riconoscere qualche cosa: fare, scrivere, apporre una n. sul margine o in margine o anche a margine (di un foglio, di un libro); contrassegnare con una n.; segnare con n. indelebili, fig., di cose che non devono essere dimenticate. Anche, scrittura abbreviata: n. tachigrafiche, quelle della stenografia; n. tironiane, i simboli tachigrafici inventati da Tirone, liberto di Cicerone, costituiti da linee dritte o curve, di diverso significato secondo la lunghezza e la posizione, che rappresentavano dapprima singole parole e successivamente singole sillabe. b. Breve appunto che si scrive per conservare memoria di qualche cosa: prendere n. di una cosa, annotarla; tenere n. di tutto; libretto, taccuino per note; Ch’io metta il nome tuo tra l’altre note (Dante), tra i ricordi del viaggio infernale. In senso fig., anche l’atto della mente con cui si osserva qualche cosa con particolare interesse in modo da ritenerne memoria; osservazione, considerazione: non trovai nulla che fosse degno di nota; Ma dimmi, de la gente che procede, Se tu ne vedi alcun degno di nota (Dante). c. Ciascuna delle annotazioni apposte dall’autore o editore di un testo (e stampate – di solito in corpo più piccolo e precedute da un numerino o altro segno di richiamo – a piè di pagina oppure raccolte in fondo al volume o al capitolo o all’articolo) per fare un’osservazione, dare una notizia, chiarire o illustrare o commentare un passo o una parola: le n. di un commento; n. storiche, filologiche, grammaticali, linguistiche; n. esplicative, illustrative; testo con note, senza note (lo stesso che «con» o «senza commento»); nota dell’Autore (abbrev. in n.d.A.), quando è l’autore stesso che interviene a fornire una notizia o precisazione; nota del Redattore (abbrev. in n.d.R.), in uso soprattutto nel giornalismo, posta in fondo all’articolo o anche, spesso, inserita in parentesi nel testo, che in questi casi è in genere la citazione testuale di un discorso altrui; nota del Traduttore (abbrev. in n.d.T.), con cui il traduttore di un’opera interviene per dare una spiegazione o fare un’osservazione, per lo più relative alla traduzione stessa in rapporto con la lingua originale dell’opera. d. Discorso, stampato all’inizio o alla fine del volume, con cui l’editore di un’opera dà notizie di varia natura riguardanti la storia del testo, della sua composizione, della tradizione manoscritta, delle edizioni a stampa, ecc.: n. dell’editore; n. introduttiva; n. filologica; n. critica. Sono semplici e brevi informazioni, invece, le n. bibliografiche e le n. tipografiche che, nel catalogo o nelle schede di una biblioteca, indicano il numero di volumi di un’opera, il formato, il numero delle pagine, ecc., e rispettivam. il luogo e la data di edizione, il nome dell’editore, eventualmente anche il luogo di stampa e il nome del tipografo. e. Breve articolo di giornale (quotidiano o periodico) in cui vengono date informazioni o comunicazioni, o che, più spesso, esprime un’opinione o una presa di posizione da parte del direttore o della redazione riguardo a determinati fatti o problemi, anche politici (n. politica). f. Comunicazione, privata o più spesso ufficiale, intesa a chiarire il proprio punto di vista, o a esporre obiettivamente la situazione riguardo a questioni specifiche, o più genericam. a dare informazioni d’ufficio: rimettere una n. al direttore generale, al presidente (sull’avanzamento dei lavori, sui rapporti con il personale, sulla necessità di allargare l’organico, ecc.); n. diplomatica, comunicazione ufficiale inviata da una rappresentanza diplomatica o a essa diretta; n. informativa (e nota di qualifica), documento che, compilato dai superiori gerarchici, esprimeva giudizî sintetici (n. caratteristiche) sugli impiegati dello stato, ora sostituito dal rapporto informativo (v. rapporto, n. 1 b). g. Denominazione di varie scritture e documenti, la cui natura è di volta in volta specificata: nota di addebito o di accredito, nel linguaggio econ. e comm., comunicazione delle rettifiche da segnare a debito o a credito di una delle parti contraenti di un contratto; n. di vendita, lo stesso che fattura commerciale; n. di copertura, nel contratto di assicurazione, documento di prova del contratto, rilasciato dall’assicuratore; n. di pegno, titolo di credito all’ordine, rilasciato dai magazzini generali in occasione del deposito di merci (se non è accompagnata dalla fede di deposito dà al possessore solo il diritto di pegno sulle cose depositate); n. a sentenza, nel linguaggio giur., annotazione di varia lunghezza, intesa a illustrare le questioni di diritto rilevabili da una sentenza e, talora, a esprimere il dissenso dell’annotatore dalla decisione adottata o dalla sua motivazione; n. di variazione, proposta di variazione del bilancio dello stato già trasmesso al Parlamento ma non ancora da questo preso in esame, presentata dal ministro del Tesoro con apposito disegno di legge. h. Lista di spese, di lavori fatti o da fare, di somme da riscuotere o d’altro: la n. del sarto, del droghiere; n. del bucato, elenco dei capi di biancheria dati a lavare; compilare, presentare la n. delle competenze; n. dei libri di testo, adottati per una classe e che l’alunno deve acquistare all’inizio dell’anno scolastico; n. della spesa o delle spese da fare, cioè delle cose da comprare (diversa dalla n. delle spese sostenute, o brevemente nota spese, redatta, e spesso comprovata da fatture, per documentare esborsi o per ottenere rimborsi). 2. a. Nella musica, segno grafico che rappresenta simbolicamente un dato suono, del quale, nella notazione moderna, determina soltanto l’altezza (con la posizione in cui la figura viene posta nel pentagramma, o rigo) e la durata (con la diversa forma): n. (scritte) nel rigo, sopra il rigo, sotto il rigo; una n. con il taglio in testa, con il taglio in collo (o in gola); conoscere, saper leggere le n.; per estens., il suono stesso corrispondente a ciascun segno, così com’è udito quando è prodotto dalla voce umana o da uno strumento: le sette n. della scala diatonica; intonare la prima n. di una canzone; una n. stonata o falsa, crescente, calante (rispetto al suono esatto); ant., con valore collettivo, mettere in nota, musicare (un testo poetico); e con il sign. generico di suono: Tin tin sonando con sì dolce nota (Dante). In rapporto all’intonazione, le note si denominano, in Italia e nei paesi latini, con le sillabe do (anticam., e ancor oggi in alcuni paesi, ut), re, mi, fa, sol, la, si (per l’origine di questi nomi, v. ut), mentre in Germania e nei paesi anglosassoni vengono anche indicate con le lettere dell’alfabeto nella loro ordinaria successione, cominciando dal la (cui corrisponde A) per finire con il sol (G). In rapporto alla durata, le note prendono i nomi – a ciascuno dei quali corrisponde una propria figura – di breve, con il valore di 8/4, semibreve di 4/4, minima di 2/4, semiminima di 1/4, croma di 1/8, semicroma di 1/16, biscroma di 1/32, semibiscroma di 1/64. Sempre con riguardo alla durata, il valore di una nota può essere prolungato con un punto posto dopo la figura, che ne accresce il valore della metà (per cui una semiminima puntata equivale a una semiminima più una croma; una croma puntata equivale a una croma più una semicroma; e così via); l’altezza invece può essere alterata di un semitono ascendente con il diesis e di un semitono discendente con il bemolle (o anche di due semitoni, rispettivam. con il doppio diesis e con il doppio bemolle); si hanno così n. puntate e n. alterate (cioè diesate o bemollizzate), mentre sono dette n. naturali quelle non alterate. Con riguardo a particolari modi di esecuzione, vocale o strumentale, si distinguono inoltre n. legate, n. staccate, n. tenute, n. ritardate, ecc.; e altre qualificazioni le note assumono nel movimento melodico che determinano nell’esecuzione, o secondo la posizione che hanno nella scala (tonica, dominante, sensibile, ecc.). b. Dal linguaggio musicale hanno origine molte espressioni fig. di uso com.: una n. falsa o stonata (oltre che in senso proprio), discorso o gesto fuori luogo, che crea disagio presso gli altri; trovare la n. giusta, il modo conveniente di esprimere il proprio pensiero così che riesca accetto a chi ascolta; dire, dichiarare a chiare n., apertamente, senza attenuazioni o sfumature; mettere una n. allegra, triste, introdurre un elemento di letizia, di tristezza; portare una n. di buonumore; n. obbligata, di cose o parole convenzionali e spesso noiose che si ripetono in determinate occasioni. Anche, accento, parola: Bruto ..., Fermo già di morir, gl’inesorandi Numi e l’averno accusa, E di feroci note Invan la sonnolenta aura percote (Leopardi); quasi prov., e per lo più scherz.: Or incomincian le dolenti note (Dante), per introdurre una parte meno piacevole del discorso. 3. Con riferimento al sign. originario lat. della parola, giudizio atto a caratterizzare sinteticamente, a esprimere un apprezzamento sul modo di agire o di essere, di persona o cosa: n. d’infamia, n. di biasimo; n. censoria, in Roma antica, giudizio scritto dal censore nei registri presso il nome del cittadino, per valutarne l’onorabilità e segnalarne eventuali colpe o difetti; nell’uso scolastico, mettere una n. sul registro, un giudizio di biasimo sulla condotta o il profitto di un alunno. 4. Carattere, caratteristica, elemento caratterizzante. In partic.: a. Nella logica (per traduz. del greco σημεῖον o τεκμήριον) si dicono note o determinazioni gli elementi di cui si può considerare costituito il contenuto di un concetto, distinti dagli elementi di una rappresentazione, in quanto non riferiti a un singolo oggetto individuale, ma indici delle relazioni di esso con altri gruppi o classi d’individui. b. Note della Chiesa: le caratteristiche che definiscono secondo la dottrina cattolica la vera Chiesa fondata da Gesù Cristo (santità, cattolicità, apostolicità, unità di fede e di governo). c. In biologia, n. differenziale, sinon. di carattere, nel sign. 3 c. ◆ Dim. notina, con accezione partic. in musica (v. la voce), noticina, noterèlla (region. notarèlla), noterellina.