notabile
notàbile agg. e s. m. e f. [dal lat. notabĭlis, der. di notare «notare2»]. – 1. agg. Riferito a cose: a. Degno di nota, cioè di essere notato, considerato, rilevato, oppure visto, conosciuto; quindi, in genere, importante, interessante, significativo: fatti, avvenimenti n.; segnare i punti veramente n. di un discorso; illustrare le cose più n., visitare i monumenti più n. della città; seguiron poi altri grandi avvenimenti, che però non portarono nessun cambiamento n. nella sorte de’ nostri personaggi (Manzoni); anche, degno di nota, cioè di memoria, di fama: colui che ’mpresso fue, Nascendo, sì da questa stella forte, Che notabili fier [= saranno] l’opere sue (Dante). Meno com., nell’uso odierno, come sinon. di notevole (per numero, grandezza, entità e sim.): tra le due cose c’è una n. differenza; a far progressi n. nella filosofia non bastano sottilità d’ingegno e facoltà grande di ragionare (Leopardi). b. ant. o poco com. Che si nota facilmente, visibile: un uomo con due difetti n. diviene ancora più comico, e molto più se i due difetti si contrastino fra di loro (Goldoni). 2. Riferito a persona: a. agg. Che si distingue per particolari caratteri, qualità o pregi: un uomo veramente n.; una razza d’agricoltori ... notabili per onestà, dignità, indipendenza e modi schiettamente leali (Mazzini). Con uso assol., persona segnalata per meriti e capacità, o che gode di grande autorità e prestigio: un n. cittadino; le più n. famiglie del paese. b. Come sost., per lo più al plur., i n. del luogo o locali, i n. della città, del paese, le persone più autorevoli e influenti per potere politico ed economico; analogam., i n. di un partito, le persone che nel partito hanno maggiore rilievo e peso politico. ◆ Avv. notabilménte, in misura notevole, o in maniera evidente: io sto bene e gl’incomodi del viaggio, in cambio di nuocermi m’hanno notabilmente giovato (Leopardi); zoppicava notabilmente; era notabilmente turbato.