notare2
notare2 v. tr. [dal lat. notare «contrassegnare», der. di nota «nota»] (io nòto, ecc.). – 1. a. letter. Distinguere con un segno, segnare: n. gli errori di un compito; n. con un segno sul margine i passi più interessanti di un libro. Anche, indicare: n. a dito. b. Prendere nota, scrivere un breve appunto (anche con segni convenzionali), o una serie di appunti per memoria di qualche cosa: n. i nomi dei presenti, le uscite, le entrate (più com. annotare); n. le spese giornaliere; notava in un diario le sue impressioni di viaggio. Con uso assol.: i’ mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo Ch’e’ ditta dentro vo significando (Dante), dove il verbo ha il sign. più generico di «scrivere». 2. fig. Con accezioni simili a osservare, nei suoi usi più com.; e cioè, accorgersi di una cosa: notò ch’era rosso in viso e sconvolto; passando notai che il negozio era chiuso; non ho notato nulla di particolare; normalmente non si notava, ma i bambini hanno un occhio speciale per n. anche la più lieve imperfezione, e io l’avevo notata e ti avevo domandato come mai quell’unghia era diversa dalle altre (Raffaele La Capria); farsi notare, richiamare su di sé l’attenzione altrui, anche per fatti e comportamenti non positivi: voleva farsi n. a ogni costo; lo fa soltanto per farsi notare; registrare nella memoria: fai pure quello che vuoi, ricordati però che io noto ogni cosa; fare oggetto di attenzione: ascolta e nota La lunga istoria de le pene mie (Petrarca); considerare: giova n. che ...; è da n. che ...; notate che l’avevo avvertito!; come inciso, nota, nota bene, notate bene, per richiamare l’attenzione dell’interlocutore e sottolineare un fatto: eppure, nota bene, era già stato informato di tutto (v. anche notabene); tutt’e due camminavan rasente al muro; ma Lodovico (notate bene) lo strisciava col lato destro (Manzoni); fare un’osservazione, rilevare qualche cosa in modo da chiarirla a sé e ad altri: come l’autore stesso nota in altro punto. 3. letter. a. Giudicare qualcuno per il suo comportamento: tutti gli uomini, ... e massime e’ principi, per essere posti più alti, sono notati di alcune di queste qualità che arrecano loro o biasimo o laude (Machiavelli). b. Più spesso, giudicare negativamente, cioè tacciare, accusare, biasimare (sign. usuale nel lat. notare, in relazione con nota nell’accezione di «giudizio di biasimo»): gli abitatori del regno di Napoli ... sono notati di instabilità (Guicciardini); n. di censura, biasimare con nota di censura, censurare: un guardiano de’ Frati notò di censura un capitano delle milizie civili, franco e licenzioso nelle pratiche religiose (Colletta). 4. a. letter. Fornire della notazione musicale: un don Sismondo da Parma chiamato nel 1474 a n. uno dei grandi libri di canto fermo (Carducci); o in genere, tradurre in note sulla carta i suoni che costituiscono lo sviluppo melodico e armonico di una composizione: n. una canzone, una serenata, una sinfonia. b. ant. Cantare, seguendo le note musicali: quei che notan sempre Dietro a le note de li etterni giri (Dante).