nucleo
nùcleo s. m. [dal lat. nucleus, der. di nux nucis «noce»; propr. «gheriglio della noce, nòcciolo di un frutto»]. – 1. Genericam., la parte centrale di qualche cosa, in quanto appaia più compatta, e spesso anche differenziata strutturalmente, rispetto a ciò che la circonda, o in quanto si consideri come primo elemento di formazione intorno a cui altri elementi si siano raccolti e organizzati; così, in artiglieria, è detta nucleo la parte interna dei proiettili perforanti, costituita in genere da un metallo molto duro e di elevato peso specifico (per es., carburo di tungsteno). Nel linguaggio com., la parola è più spesso usata con sign. estensivi e fig. (v. oltre), mentre è frequente in senso proprio e con accezioni specifiche in varie discipline, tra cui: a. In anatomia, porzione circoscritta, topograficamente e strutturalmente ben individuata, nella compagine di un organo (per es., il n. polposo del disco intervertebrale); in partic., n. nervoso, nome dato a numerosi agglomerati cellulari situati nel neurasse (encefalo e midollo spinale), da cui si originano o in cui terminano fibre nervose (così il n. del nervo facciale, il n. del nervo spinale, il n. del nervo trigemino, i n. del talamo, ecc.). Con altro sign., nella coclea dell’orecchio, sinon. di modiolo1 o columella. b. In astronomia, la parte centrale e più luminosa di una cometa, nonché la parte centrale di una galassia. N. galattici attivi (ingl. Active Galactic Nuclei, sigla AGN), denominazione che raggruppa parecchi tipi di galassie i cui nuclei manifestano una notevole attività; si pensa che in tali nuclei possano essere presenti buchi neri. c. In biologia, struttura essenziale delle cellule degli eucarioti, in cui si trova il materiale genetico organizzato in cromosomi: è formato essenzialmente da una matrice ialina (succo nucleare) e da nucleoproteine ricche di acido desossiribonucleico, ed è delimitato da una membrana porosa (membrana nucleare) che consente gli scambî, e quindi la coordinazione funzionale, tra il nucleo stesso e il citoplasma. N. generativo, sinon. di micronucleo. d. In botanica, n. primario, il nucleo della macrospora fertile nell’ovulo delle spermatofite; n. secondario, il nucleo diploide, originato dalla fusione di due nuclei aploidi (detti nuclei polari), nel sacco embrionale delle angiosperme. e. In chimica, struttura atomica formata da atomi disposti in strutture chiuse e cicliche stabili: n. benzenico, quello caratteristico del benzene e dei suoi derivati, a sei atomi di carbonio distribuiti in una simmetria esagonale (è detto anche anello benzenico); n. condensato, formato da due o più anelli uguali o diversi aventi in comune due o più atomi, come, per es., il nucleo della naftalina e dell’antracene; n. omociclico, formato da soli atomi di carbonio, n. eterociclico, comprendente anche uno o più atomi di elementi diversi dal carbonio. f. In cristallografia, n. di cristallizzazione, lo stesso che germe di cristallizzazione (v. cristallizzazione). g. In elettrotecnica, n. magnetico, la massa di materiale ferromagnetico che, nelle macchine e negli apparecchi elettromagnetici, serve a convogliare il flusso di induzione magnetica; in partic., il circuito magnetico di un trasformatore. h. In fisica, n. atomico, il corpuscolo, carico positivamente, di dimensioni dell’ordine di 10-14 m, che costituisce la parte centrale dell’atomo, molto piccola rispetto all’atomo stesso, ma nella quale si concentra quasi tutta la sua massa. È caratterizzato da due numeri interi: il numero atomico, che coincide con il numero d’ordine del corrispondente elemento chimico nel sistema periodico degli elementi, e che, moltiplicato per il valore assoluto della carica elettrica (negativa) dell’elettrone, rappresenta la carica elettrica del nucleo; e il numero di massa, che approssima la massa del nucleo, espressa in unità di massa atomica, cioè in multipli della massa del nucleo di idrogeno (costituito da un solo protone), convenzionalmente fissata pari a 1. Strutturalmente, è un aggregato di protoni (carichi positivamente) e neutroni (elettricamente neutri), tenuti insieme da forze (forze nucleari) che agiscono fra tutte le coppie di nucleoni, e in generale prevalgono sulle forze coulombiane che determinano una repulsione fra i protoni: poiché il protone e il neutrone possono essere considerati due stati diversi di uno stesso ente (il nucleone), il numero di massa di un nucleo è il numero dei suoi nucleoni, mentre il numero atomico indica quanti di questi nucleoni sono protoni. In partic., n. isotopi, i nuclei dotati dello stesso numero atomico ma di diverso numero di massa, i cui corrispondenti atomi appartengono allo stesso elemento chimico; n. isobari, i nuclei dotati dello stesso numero di massa ma di diverso numero atomico, che appartengono quindi ad atomi di elementi diversi. Per la fusione e la fissione del n., v. rispettivam. fusione (n. 3 d) e fissione. i. In geologia, n. terrestre, la porzione interna del globo a più elevata densità (circa 10, per cui è stata detta anche barisfera), separata dal mantello a 2900 km di profondità da una superficie di discontinuità sismica, al limite della quale si osserva l’assorbimento delle onde sismiche trasversali e una brusca diminuzione delle longitudinali; si è supposto che il nucleo sia formato in gran parte di ferro e, subordinatamente, da nichel, da cui la denominazione nife (oggi però la presenza del nichel è discussa e ipotizzata quella di altri elementi), e consista di una parte esterna fluida e di una interna (nucleolo) rigida, separate, a 5200 km di profondità, da un’ulteriore superficie di discontinuità sismica. l. In elettronica, n. magnetico, anellino di materiale ferromagnetico (per es. ferrite), facilmente polarizzabile da correnti elettriche applicate a conduttori avvolti intorno ad esso, che gli possono far assumere due stati stabili, grazie ai quali può essere usato per rappresentare una singola cifra binaria (0 oppure 1) e costituire così un elemento della memoria centrale di un calcolatore elettronico; oggi è in genere sostituito da altri supporti magnetici, per lo più dischi. m. In meteorologia, nuclei (o germi) di condensazione, elementi solidi microscopici presenti nell’atmosfera (cristallini di sale marino, particelle provenienti dalla frantumazione di rocce, da combustioni o da reazioni chimiche in genere), attorno ai quali il vapore acqueo atmosferico in condizioni di saturazione si condensa formando goccioline d’acqua, e contribuendo sensibilmente alla formazione delle nubi. n. In paletnologia, il residuo dei ciottoli di selce, quarzite, ossidiana, dopo il distacco di schegge o lame. o. In senso più astratto, in grammatica generativa, n. della frase (detto anche frase nucleo o frase nucleare), frase formata dai soli costituenti elementari che, nella frase dichiarativa, sono il soggetto e il predicato (o sintagma nominale e sintagma verbale). 2. estens. e fig. a. Nel linguaggio com. e letter., elemento o, più spesso, gruppo di elementi che costituiscono l’inizio, il fondamento da cui si è sviluppata o si svilupperà una struttura più ampia o più organizzata, o intorno a cui si è costituito (o si prevede che potrà costituirsi) un più vasto aggruppamento; può riferirsi a cose o a persone: una biblioteca d’oltre ventiquattromila volumi che passò poi alle scuole di Brera, primo n. della Braidense (Carducci); poche baracche costruite dai pionieri, n. originale di quella che sarebbe diventata una grande metropoli; il primo n. di una colonia; si costituì così il primo n. del partito (e analogam., un primo n. di volontarî, di associati, ecc.); più genericam. (con sign. affine a gruppo): il primo n. di esploratori è già partito. In partic., n. familiare, la famiglia stessa, nella sua costituzione triadica (padre, madre e figli); nei sistemi poliginici, ogni gruppo duale formato dalle mogli e madri e dai proprî figli. In senso più astratto: un’idea, una situazione che, sviluppata, potrebbe costituire il n. di tutto un trattato (o romanzo); scrivere per me nasce da un’emozione, da un n. emotivo che si trova nell’animo e da cui provengono le azioni (Alvaro). b. Nell’organizzazione militare o paramilitare, e nelle forze di polizia, squadra, reparto di pochi uomini, destinato a compiti determinati e dotato in genere di una propria autonomia operativa: n. di guastatori; n. antincendio; n. di polizia giudiziaria, n. investigativo, n. antidroga, n. antisofisticazioni, ecc. Anche, gruppo di uomini organizzato (in modo aperto o, più spesso, segreto) per azioni di lotta, di opposizione, o per azioni terroristiche: nuclei di resistenza, n. rivoluzionarî, ecc. (per lo più indicati con proprie più precise denominazioni). c. Nel regime fascista, suddivisione cittadina della federazione provinciale del partito, sotto la direzione di un capo-nucleo. ◆ Dim. nuclèolo (v.).