nuovo
nuòvo (letter. o region. nòvo) agg. [lat. nŏvus]. – 1. In genere, di cosa fatta o avvenuta o manifestatasi da poco, spesso in contrapp. diretta a vecchio, antico, e quindi con sign. prossimo a recente, attuale, moderno, ma con notevole varietà di accezioni; in senso ampio: il Nuovo Testamento, il Vangelo (contrapp. al Vecchio o Antico Testamento, la Bibbia); il n. mondo, l’America, in quanto scoperta in età relativamente recente rispetto al mondo antico (che comprende Europa, Asia e Africa); più raro, il nuovissimo mondo, l’Australia. Per le stelle nuove (o, in forma lat., novae) in astronomia, v. nova e stella. In partic.: a. Con riferimento a cose materiali, prodotto, fabbricato o costruito da poco: l’inaugurazione del n. ponte; le n. costruzioni in periferia (e case di n. costruzione); i quartieri n. della città (e, con lo stesso senso, la città n.); un’automobile n.; un televisore nuovo. In molti casi si contrappone direttamente a usato (per cui la produzione o fabbricazione può anche non essere recente): commercio di libri n. e usati; indossare il vestito n.; un orologio n.; bada che se mi rompi il computer lo paghi per n., come se fosse nuovo, cioè al prezzo occorrente per acquistarne uno nuovo; anche di cosa che, acquistata e usata da tempo, si conservi in buone condizioni: sono due anni che abbiamo queste poltrone e sono (o sembrano) ancora n.; vendesi motocicletta come nuova. In queste accezioni, se adoperato come attributo, segue di solito il sost.: una cravatta n., acquistata da poco, non usata (una n. cravatta, invece, di nuovo modello o disegno, oppure, spec. in usi region., un’altra, che si aggiunge a quelle già possedute; e così, un’auto n., rispetto a una n. auto, ecc.). Può essere rafforzato in vario modo: nuovo nuovo, n. di fabbrica, n. fiammante, n. di zecca. b. Riferito a prodotti agricoli, che provengono dalla raccolta o dalla produzione più recente: patate n. (più com. novelle); il grano n.; le cipolline n.; tra poco ci saranno i pomodori n.; assaggiare un bicchiere di vino n.; una bottiglia di olio nuovo. c. Riferito agli animali e all’uomo (ma solo in pochi casi o in usi ant.), nato da poco: la n. covata, i n. pulcini; Novo augelletto due o tre [colpi] aspetta (Dante). Più frequenti le espressioni le n. generazioni, le n. leve, che fanno generico riferimento all’età giovanile, detta anche, nel linguaggio letter. e poet., la n. età: tutta l’età mia nova Passai contento (Petrarca). d. Di periodo di tempo, che è al suo inizio: il n. giorno, l’anno n. (ma l’anno n., meno com. il n. giorno, si può dire anche con riferimento al futuro, per indicare cioè l’inizio dell’anno, o del giorno, seguente: ci rivedremo ormai l’anno n.; i lavori cominceranno con l’anno nuovo). Analogam., la luna n., la prima fase lunare. e. Con riferimento a situazioni, attività, manifestazioni varie, da poco accaduto o compiuto (o determinatosi, comparso, costituito, ecc.): le n. conquiste della scienza; introduzione di n. tecniche, di metodi n.; le n. imprese aeronautiche e spaziali; istituzioni n., n. leggi, n. concezioni, n. idee; attenersi alle n. disposizioni; vocaboli, termini n.; il vecchio e il n. regime. f. Di cosa, e anche di persona o di gente che si vede o si conosce per la prima volta, e quindi non prima o non ancora vista o conosciuta: uno spettacolo n., un n. film, una n. trasmissione (e determinando con espressioni limitative: n. per queste scene, per i nostri schermi, e n. per questa città, per l’Italia); si cercano n. volti per la televisione; nelle liste elettorali ho notato molti nomi n.; alla festa c’erano tante facce nuove. Con sign. più soggettivo: il suo viso mi riesce n.; è un nome che non mi è n.; il fatto mi giunge n.; questo particolare mi è del tutto n., ne sento parlare ora per la prima volta. Con senso affine, nell’uso ant., diverso da qualsiasi altra cosa, quindi singolare, straordinario: m’è sì nuovo e sì strano che voi per amore amiate, che quasi un miracol mi pare (Boccaccio); Allor lassai la nova fantasia (Dante), la strana e impressionante visione. 2. Con sign. simile a altro (rispetto al passato, al precedente, o alla consuetudine, alla tradizione), in varie accezioni: a. Diverso, nell’essenza o nelle caratteristiche, nelle manifestazioni, negli effetti, da ciò che c’era o che si aveva prima: dare un n. indirizzo all’economia nazionale; introdurre n. usanze, n. costumi; il libro sarà ripubblicato in una n. veste tipografica; è un modo veramente n. di affrontare la situazione; non ha saputo presentare argomenti n.; o non ancora provato: per me è una sensazione n.; essere assetato di n. esperienze. Con riguardo alle produzioni del pensiero, dell’arte: la n. pittura, la n. poesia, il dolce stil nuovo (o novo); e con allusione a quest’ultimo: Ma dì s’io veggio qui colui che fore Trasse le nove rime (Dante); creare n. forme di linguaggio artistico, di espressione; per estens., uno scrittore, un artista n., che rompe con la tradizione, che ha notevoli doti di originalità nelle forme e nei contenuti. Con più accentuata idea di rinnovamento rispetto a condizioni precedenti: la n. Italia, quella costituitasi dopo l’unificazione; lottare per fondare una società n., una n. umanità; anche riferito a persone: non si può cambiare l’assetto sociale se non si può fare assegnamento su uomini nuovi. In partic., iniziare una n. vita, diversa per condizioni economiche, per genere di attività, per situazione familiare, o con propositi e comportamenti profondamente mutati (con altro sign., una n. vita, un essere umano che sta per nascere: sentiva palpitarle in seno quella n. vita; tra breve, una n. vita avrebbe allietato la famiglia); anno n. vita n., frase proverbiale. b. Che si aggiunge a ciò che già c’era o che si aveva prima (con questo sign., si colloca sempre prima del nome): aprire n. sbocchi al commercio; la fabbrica ha bisogno di n. operai; non fa che comprare n. quadri, n. tappeti; ci saranno n. nomine; mi giungono sempre n. lagnanze; il malato ha avuto una n. crisi. c. Che sostituisce (o semplicemente succede a) ciò che c’era o che si aveva prima: passare a n. nozze; scegliersi un n. mestiere; come ti trovi nella n. casa? Con questa, o con le precedenti accezioni, entra talora in espressioni e denominazioni storiche, politiche, sociali: la n. frontiera (v. frontiera); la n. sinistra (diversa da quella storica o tradizionale); la n. camorra organizzata, ecc. d. Di cosa simile ad altra, di cui ripete in qualche modo le caratteristiche: l’arca di colui che nuovo Olimpo Alzò in Roma a’ Celesti (Foscolo, con allusione alla cupola di San Pietro, di cui Michelangelo è stato l’architetto). E in toponimi, per distinguere paesi, località, ecc. da altri più antichi che hanno lo stesso nome: Castelnuovo, Borgonovo, la Nuova Scozia (provincia del Canada), ecc. 3. Con riferimento esclusivo a persone: a. Che si trova da poco tempo in una determinata condizione, che è stato da poco eletto in una carica o assegnato a un impiego, a una funzione: i n. cardinali, i n. funzionarî del ministero; le n. reclute; i n. ricchi; La gente nuova e i sùbiti guadagni (Dante); più genericam., i n. venuti, il n. inquilino. Assol. uomo n. (lat. homo novus), chi, nell’antica Roma, si presentava per la prima volta alle cariche politiche senza nobiltà di famiglia (l’espressione è talvolta estesa anche a tempi moderni, riferita a persona non compromessa politicamente o che si presenta con idee e programmi nuovi, e sim.). b. Che subentra ad altra persona, o ad altro gruppo, nelle sue funzioni (anche in questa accezione, come per lo più nella precedente, è quasi sempre preposto al nome): è stata nominata la n. direttrice; è venuto un n. supplente; vi presento il mio n. segretario; la costituzione del n. consiglio d’amministrazione; la formazione del n. governo. c. Che rinnova in sé le doti di persona famosa vissuta prima (cfr. novello): è, o lo ritengono, o si crede, si vanta di essere un n. Leonardo, un n. Einstein; s’è voluto spingere, n. Ulisse, oltre i confini vietati. d. Privo di esperienza, poco pratico: nuovo del mondo, inesperto delle passioncelle che muovono gli uomini (F. De Sanctis); è un sign. ant., che sopravvive tuttavia in alcune frasi come: essere n. di un luogo, di un ambiente; essere n. a un’arte, a un mestiere (o del mestiere); mostrarsi, farsi n. di una cosa, mostrarsene ignaro: il cercatore andò per riscotere la metà ch’era dovuta al convento; ma colui se ne fece nuovo affatto (Manzoni). 4. Come s. m., con valore neutro, ciò che è nuovo o è sentito come nuovo, con riferimento generico a novità o innovazioni soprattutto nei modi di vita, nei costumi, nelle condizioni sociali o politiche, e sim.: il n. non lo attira; essere amante, o nemico del n.; mostrarsi incerto tra il vecchio e il n.; e come partitivo: non ha detto nulla di n.; che c’è di n.?, che novità ci sono?; nulla di n. sotto il sole, frase prov. (v. nihil sub sole novum). In senso più materiale e concr.: commercio del n. e dell’usato. 5. Locuz. particolari: a. Di nuovo, nelle espressioni vestire, vestirsi di n., con abiti nuovi: Oh! Valentino vestito di nuovo, Come le bacche dei biancospini! (Pascoli). Con uso avv., nuovamente, ancora, daccapo: piove di n.; ci sei caduto di n.; con lo stesso sign., letter., di bel nuovo: il nostro cielo, il nostro sole, il mondo di bel nuovo vedrai (nell’Orfeo di Ranieri de’ Calzabigi); e di nuovo si usa dire, nell’accomiatarsi o nell’incontrare per la seconda volta qualcuno, per non ripetere saluti già fatti in precedenza. b. A nuovo, nelle frasi mettere, rimettere a n., rinnovare (anche in senso fig.: quella cura l’ha rimesso a nuovo). In ragioneria, registrazione a n. è la scrittura di un fatto amministrativo redatta al principio di un esercizio. ◆ La forma del superlativo è, oggi, nuovìssimo, mentre novìssimo, che segue la regola del dittongo mobile, è ormai di uso letter. o region., o ha accezioni proprie (v. novissimo). ◆ Avv. nuovaménte (letter. o region. novaménte), di nuovo, un’altra volta, daccapo: esaminare nuovamente la questione; tentare nuovamente la fortuna; dopo il fallimento si è nuovamente ripreso; ant., recentemente, da poco: parlandosi pochi dì sono del paese o mondo novamente trovato dai marinari portoghesi (B. Castiglione).