O.K.
‹óu kèi› o, all’ital., ‹okèi›. – Sigla statunitense che indica approvazione, consenso, equivalente all’ital. «sta bene, va bene». Ne sono state date molte spiegazioni poco plausibili; sembra ormai accertato che apparve nel 1840, anno di elezioni presidenziali, quando un comitato per la rielezione del presidente in carica, Martin van Buren, soprannominato «il mago di Kinderhook» dal suo villaggio d’origine (nei pressi di Albany), si denominò Old Kinderhook Club o, più brevemente, O. K. Club; la sigla, interpretata come iniziali di oll korrect per all correct «tutto esatto», ebbe rapidissima fortuna, passando dal gergo politico alla lingua d’uso, col sign. di «sta bene», e dagli Stati Uniti si diffuse negli altri paesi di lingua inglese e anche in Italia, spec. nel linguaggio giovanile; nel 1932 alla conferenza internazionale delle telecomunicazioni di Madrid fu riconosciuta come segnale internazionale. In ital. è usata anche come s. m. col significato di «approvazione» (prima di iniziare devo avere l’o. k. dal mio capo), e ha funzione predicativa nell’espressione essere o. k., detto di persona, o cosa, dotata delle qualità necessarie all’occorrenza: tuo fratello è proprio o. k. per quel lavoro.