obbrobrio
obbròbrio (ant. oppròbrio) s. m. [dal lat. opprobrium, comp. di ob- e probrum «vergogna, disonore, infamia»]. – 1. a. Infamia, disonore: In o. di noi, per noi si legge ... il nome di colei Che s’imbestiò ne le ’mbestiate schegge (Dante); cadere nell’o.; subire l’o. della degradazione. b. Più com., persona o cosa (e anche azione, comportamento e sim.) che è motivo di disonore e di vergogna: essere l’o. della famiglia; niuno ha bisogno ch’io gli insegni o ricordi che un ladro, che un usuraio ... sieno obbrobri del genere umano (Muratori); l’esistenza di gravi ingiustizie sociali è un o. per un paese civile. Per estens. (per lo più in frasi di tono enfatico), con riferimento a cosa, opera, persona molto brutta, tale da offendere il senso estetico: certi edifici moderni sono un o.; questo quadro è un vero o.; così conciata sei proprio un o.; assol., che obbrobrio!, a proposito di cosa esteticamente molto sgradevole, di azione turpe e sim. 2. Raro al plur., insulto, ingiuria: lo ricoprì di obbrobrî.